da Salvatore

“Spirito portato da fratello Ambrogio che chiede cosa ci fa qui.

Sanndy: dimmi un messaggio da portare alla tua famiglia sulla terra

Spirito: no, ma che dici? Non si può. [guardando fratello Ambrogio] ma mica ci crede lei? E come faccio a sapere se mi risponde? Mah

Alessandra, dicono che tu mi leggerai, ma non ci credo. Se tu mi leggi sappi che sto cercando di vivere come posso, ho ancora tanto da imparare su questa vita ma penso che ce la farò. Non piangere, angelo mio, se mi leggi non piangere, anche tu un giorno verrai qui e saremo sempre insieme, mi mancate tanto, prego Dio che tu riceva questo messaggio.

Salvatore”

da Orietta

“Mia figlia Donatella è qui? Posso? Sono la mamma tesoro. Volevo dirti che la solitudine è solo uno stato dell’anima quando incarnata, se provi a guardare con gli occhi dello spirito vedrai che siamo tutti insieme a te. Ti vedo stanca e mi dispiace. Faccio un po’ fatica a pensare e a scrivere, ecco. È un bel po’ di tempo che non lo faccio. Tu hai la possibilità di cambiare strada, di crescere verso un destino che risponderà a tutte le tue domande. Le storie sono tante così come le vite ma l’amore è sempre stato il carico più grande ma il più leggero. Sì, tutto cambia e cambierà ancora! Ma non lasciarti intimorire dal male. Dio è più grande di qualsiasi immaginazione e conoscenza. Affidati a Lui! Credi in Lui! I tempi sono bui ma la luce vincerà. La tua luce. Dobbiamo vincere figlia, le tenebre che tutti noi esseri umani portiamo dentro con noi. Seguendo la retta via vedrai che la tua vita diventerà piena di significati a te nascosti. Vivi, ama, perdona, studia, mamma

Orietta”

da Luca

“Laura, ti sento, sono ancora un po’ stordito… è tutto nuovo per me, sono appena arrivato qui, non riesco bene a capire il senso… come mai sono qui? Sì, me ne sono accorto del trapasso, ma non ho capito bene quello che succedeva.

Sanndy: ma mi vedi?

Spirito: si ti vedo, ma mi conosci?

Sanndy: sono qui per ricevere un messaggio da mandare ai tuoi cari rimasti sulla terra

Spirito: Laura, amore mio! Come sta?

Sanndy: sei tu che mi devi dire cosa dirle

Spirito : dille che mi manca, che vorrei condividere con lei queste sensazioni nuove che mi riempiono l’anima di pace, di felicità… il tuo nome mi ha risvegliato amore mio, ora devo prepararmi per poter capire bene tutto questo. Grazie per la possibilità di scrivere al mio amore. No, non la dimentico. Ti amo Laura,

Luca”

da Aldo

“Salve, sono Aldo e voglio mandare un messaggio a mia nipote Katia. Ma lei saprà davvero che le ho scritto? Mi crederà? Ci, provo. Ciao cara sono il nonno, ti ringrazio per tutte le preghiere che mi mandi. Sì, sono in pace, ai primi tempi un po’ ho tribolato… tra la morte e l’ignoto è difficile scegliere quale ti fa più paura. Dopo la mia morte sono rimasto parecchio tempo perso in una specie di foresta, c’era una luce molto fioca bianco azzurra che anziché illuminare lasciava il posto più cupo. Non c’era nessuno oltre me. E mi sono seduto a pensare e riflettere e rivivere i passi più importanti delle mia vita. Le mie scelte, i miei amori. Sì, tuo nonno è già stato giovane, lo sai? Insomma sono arrivato a delle conclusioni secondo me giuste. Dopo qualche tempo (secondi, ore, giorni, anni… non lo so) mi ci vedo in un posto diverso, più piccolo ma più vero, ed ora sono qui, non avere paura per la tua bambina, è così bella che sembra un angelo; tieniti forte, tutto cambierà. Ti voglio bene, nonno

Aldo”

da Umberto

“Mi chiamo Umberto, si è giusto. Voglio parlare a mia figlia Lara/Laura; i nostri percorsi sono stati complicati. Non è mai stato facile per noi capirci. Spesso ci siamo parlati ma senza ascoltare. E questo ha portato a tanti disastri. Tu mi dicevi A e io capivo B dentro di me, e viceversa. Ora capisco che non ci siamo mai davvero parlati. Ora capisco, ripenso alle nostre discussioni e mi dico come abbiamo potuto. Ora lo so. Ci sono due ordini di problemi, anche se legati tra loro. Il primo riguarda noi stessi, siamo troppo concentrati su di noi e siamo quindi portati a non ascoltare veramente col cuore quello che l’altro sta dicendo. Il secondo riguarda il nostro legame. Noi non siamo stati insieme per un lungo e precedente affetto, ma per un grande debito contratto molto tempo fa. Ora dopo secoli abbiamo deciso di provare a chiudere quel debito, di venirci incontro, e non è stato facile, dentro di noi ronzava sempre il sospetto, la paura, antiche ferite pulsavano. Eppure abbiamo fatto dei bei passi in avanti. Il nostro amore reciproco non è stato perfetto, ma c’è stato. Nonostante tutto, nonostante le liti ci siamo voluti bene, ci siamo sforzati, abbiamo fatto molto meglio dell’ultima volta, ancora non è stato perfetto ma i passi in avanti ci sono stati. Per questo ti scrivo. Per ammettere la mia parte di colpe, per chiedere il tuo perdono e darti il mio. Lì non ci siamo mai veramente, profondamente capiti, e probabilmente non sarebbe stato neanche possibile. Non devi sentirti in colpa, neanche pensare male di te, non sei una brutta persona perché non sei mai riuscita ad amarmi come avresti voluto e pensi che si debba amare un padre. Anche io sono stato tormentato da questi pensieri anche lì, lo ho pensato anche io di me stesso, adesso oso ammetterlo. Ora che sono più sereno, che riesco a vedere le cose con più distacco e sapendo i perché cercherò di essere quel padre che non sono stato mentre ero lì. Cercherò di aiutarti e guidarti, di darti coraggio e forza in modo che anche tu possa trovare un po’ della serenità che meriti. Ora sto imparando ad amarti sempre di più, non ti chiedo nulla per me, ma solo una cosa: lascia andare la rabbia e la colpa per quello che è stato. Quello è finito, ora c’è altro, solo così potrai crescere davvero. Da tuo padre che ha scoperto di amarti,

Umberto”

da Caterina

“Catia è come mi chiamano, anche se ero Caterina. Nipotina mia come sei dolce a pensarmi sempre con così tanto amore. Sento chiaramente le ondate di abbracci che mi mandi e il calore del tuo affetto che mi circonda. Certo che ti amo anche io, come potrebbe mai essere diverso. Ho tante cose da fare qui, è così bello essere e sentirsi utili per gli altri. Eppure ti tengo sempre d’occhio, so come vai, quello che fai e non fai. Come quando ti portavo al campetto giochi e tu giocavi con gli altri bambini, eri così immersa nei tuoi giochi, giustamente, da dimenticarti che io ero lì, era come se non ci fossi più, ma io ero lì. Ora è lo stesso, tu devi vivere la tua vita, ma io continuo a guardarti mentre cerchi di essere felice. Oggi come allora, so che non smetti di amarmi perché non mi vedi; così io non smettevo e non ho smesso di amarti. Un abbraccio, nonna

Caterina”

da Lina

“Amore di mamma, sono io!! Padre mio, grazie! Grazie, mamma celeste! Te sei bella, bella, Mariella mia! Sto bene, ho visto papà e lui sta un po’ soffrendo ma c’è già Nice Santa con lui. Che bella che sei! Mamma sta bene, non riesco a smettere di piangere di gioia, io ti ascolto quando parli con me! Sono sempre da voi a darvi la forza di sopportare questa brutta malattia, ma sono sicura che Gesù toglierà via questa malattia. Non ho più dolore, ho trovato pure un po’ di persone che conoscevo e ho una vita tranquilla in attesa di sapere cosa devo fare in futuro. Non voglio che pensi che non ti ascolto, ti tengo d’occhio! E non litigare più con quella l’, ti fa solo stare male! Prega un po’ di più e datti da fare per quando arriverà il momento giusto, mamma

Lina”

da L.L.

“Cara Laila, che dirti? Sono sorpreso di aver trovato un altro mondo che non è altro che la terra ma molto migliorata, è strano camminare e vedere gli uccellini, farfalle, colibrì, ci sono tanti insetti che manco sapevo che ci fossero… non mi trovo a mio agio qui. Tutti questi colori, concerti, persone che volano, mi sembra di essere un pazzo! Ho già chiesto se posso tornare a casa da voi anche se non mi vedete, ma dicono che vi sarei stato solo di intralcio… non mi è piaciuta questa risposta. Non vi avrei mai fatto del male. Mia madre è venuta a trovarmi ma la ho trovata strana, secondo me si è riempita di botox, qui non vedo nessuno che pensi come me, ho già chiesto in giro e mi guardano come se fossi un pazzo, mi dicono: “fortunato te che hai un angelo che prega per te”. Mi dicono spesso questa frase, boh. Ecco, qui è noioso, non succede mai nulla, voglio un posto diverso! Ti voglio bene,

L. L.”

da Amedeo

“No, cara Alessandra, papà non è nell’umbral ma sono passato di là. E ho capito tante cose… posso dirti che sono stato io stesso a combinare un mare di guai, che mi hanno poi portato tanto dispiacere nella mia vita, io vedo l’umbral come un posto di riflessione, soprattutto se non si è né tenebra né luce. Un posto dove ti ricordi perfettamente cosa hai fatto nella tua vita e le conseguenze che hanno portato le tue scelte. Ecco, non sono fiero di me, ma non sono stata una brutta persona. E tu piccola, mi manchi… mi fa piacere quando chiacchieri con me… io ti sento sai? Vorrei dirti tante cose. Ma per ora non posso andare oltre ciò che ti ho detto. Forza cara, anche questo passerà,

Amedeo”

da Nando

“Bruna, sono stato un pazzo e solo adesso me ne accorgo. Vivevo per vivere, senza un senso, mi sentivo morto dentro… avrei voluto dirti che è stato un errore, che non mi sono ucciso ma lo ho fatto. Porto ancora con me i segni della mia pazzia ed avrò ancora degli incubi che mi inseguiranno per centinaia di anni. Ci provo a non pensare al pensato, ma se lo faccio è solo perché qualcosa di bello lo ho lasciato lì. Forse… forse te. Credo… non riesco più a dire niente… ci sei…

Nando”

da Giovanna R.

“Mi scuso con lei, non credevo che parlasse davvero coi defunti e mi vergogno profondamente, questo messaggio è per mia figlia: sono arrivata finalmente. È una sensazione strana, un mescolio tra felicità e nostalgia. Per quanto mi fossi preparata per il trapasso non è mai semplice rientrare alla casa del Padre. Nonostante le sofferenze, i disagi, il dolore, è triste lasciare indietro chi si ama. So che l’Italia è un disastro ma avrei voluto essere comunque con voi… ma non sto qui a piangere il latte versato. Che dirti? Sto bene, anche se non mi hanno ancora portata alla colonia; sono in un posto di soccorso vicino alla terra in attesa di traslocare a casa. È difficile spiegarti i miei sentimenti, sono serena anche se mi mancate. M. ti sono accanto e non tenere tanta rabbia dentro di te, prega tesoro e sappi che ti ascolto sempre

Giovanna R.”

da Raffaella

“Manuel, la mamma sta bene. Sono ancora un po’ stanca ma mi sento meglio ogni giorno. Faccio ancora un po’ fatica a respirare, ma mi dicono che è normale. Ti vedo, sai e mi ricordo quando sei nato. Mi ero promessa che ti avrei dato il mondo ma poi le cose sono cambiate. Nonostante tutto mi sono presa carico tutte le responsabilità per ciò che successe, ma, figlio mio, ti ho tanto amato e non ti avrei mai fatto del male perché sei la luce che mi ha dato il Signore in un mondo che non mi ha capita. Ora sono sola e penso a te, solo pure tu. Cosa pensare? Che dovevamo separarci e rifare la nostra anima ormai a pezzi. L’incarnazione sulla terra è sempre difficile, soprattutto se non possiamo contare con gli altri. Qui mi fermo. Prego Dio che sia buono con te. Da parte mia ti mando il più forte degli abbracci e chiedo Dio che tu possa riconoscermi in questo messaggio e provare almeno un po’ di pace dentro di te, ti amo

Raffaella”

da Grazia

“Cara figlia, sono un po’ agitata. Come ben sai sono una donna normale, brava sì ma con ancora tanto da cambiare dentro me. A volte, sulla terra, ci dimentichiamo ciò che è davvero importante come, ad esempio, lottare in maniera degna per ottenere ciò che si vuole. Non lasciarci andare dopo che il mondo sembra cascarci addosso e soprattutto non piangere per ciò che già fu. Quando sei venuta a trovarmi e ci siamo abbracciate, non ero in un posto buio in termini di luogo… diciamo che il buio erano i miei tormenti, le mie angosce, le mie delusioni… e poi sei arrivata tu! A dimostrarmi che l’amore ci riporta alla luce. Grazie, Pietra mia… ora ho capito che cosa è veramente importante. Sto bene, adesso, il sole è tornato a brillare nel mio cuore grazie a te. Ricordati di mantenere il tuo cuore in luoghi chiari e inaccessibili alla cattiveria umana, sono sempre con te, salutami tutti, digli che vi voglio bene e che il Cielo vi benedica,

Grazia C.”

da Beniamino

“Sono papà Beniamino, cerco mia figlia Marianna… tesoro, sono papà. Sapessi quanto mi mancate. Sì, infatti il mondo è impazzito e quasi quasi non mi dispiace essere tornato dal Padre. La terra sta diventando un posticino sempre più buio… spero che le persone possano imparare al più presto che solo l’amore e la verità ci portano nella luce. E tu, cara? Ti vedo comunque bene, e questo mi fa molto piacere. Hai visto che hai superato senza problemi anche il Natale senza di me? Ma voglio dirti che sono passato a trovarti e tu te ne sei pure accorta: che brava la mia bambina! Papà sta bene, sono in pace e tu vai avanti sulla strada che hai scelto per essere felice, infatti è più importante fare il primo passo in una strada che si prospetta lunga che correre velocemente sulla strada sbagliata. Ti voglio bene, papà

Beniamino”

da Daniele

“Sanndy: Daniele sei tu? Un angelo di bontà che si era commossa per la tua storia ha chiesto di te.

Sanndy viene attirata in un luogo diverso dalla Valle dei Suicida, Daniele appare in cima a un grande roccia alta 30 metri

Sanndy: è bellissimo questo posto, perché sei qui solo?

Daniele: ciao, fratello Ambrogio mi ha spiegato della signora e il suo pensiero per me mi ha commosso. Sono qui da solo per riflettere, ho voluto rientrare in possesso della mia memoria ancestrale, devo riconoscere che il mio processo di squilibrio mentale è stato causato dall’abuso che ho fatto del corpo fisico a livello emozionale. Spirito libero, ho sempre cercato il mio piacere nelle cose più oscure del mondo materiale… dopo tanti disordini emozionali il mio “equilibrio” si è rotto e sono nato con disturbi mentali. Il suicidio non è stato pensato a livello cosciente, quindi le conseguenze sono state irrisorie. Piuttosto piango per il lungo tempo perso, ma lodo Dio che ci ha creati eterni ed è sempre tempo di ricominciare

Daniele”

da Alessandro

“Non so se tu mi crederai ma ci provo lo stesso. Sono Alessandro, sono io mamma, credimi! Non disperarti così tanto, la morte è una fase passeggera perché muore il corpo fisico mentre la nostra coscienza rimane per sempre. So che è stato brutto il mio trapasso e mi dispiace tanto. Tra la velocità e la sensazione di essere grande è stato un attimo per la disattenzione impossessarsi di me. Non piangere, sarei tornato qui comunque. Quando non è la nostra ora nessuno ha il potere di toccarci; anzi il Signore stesso compie i miracoli per farci rimanere sulla terra. I suoi angeli ci salvano di svariati pericoli tutti i giorni, ringrazia sempre il Padre… Lui è grande per davvero. Io ancora non Lo conosco bene ma sento il Suo amore che mi brucia dentro, mi mancate tanto te, papà, i ragazzi, vi amo, tornerò ancora,

Alessandro”

da Andrea

“Sono Andrea. Sono partito giovane, molto giovane. Non me lo aspettavo eppure me lo aspettavo. Come descrivere questa sensazione, sembra un assurdo, da una parte pensavo che sarei vissuto fino alla vecchiaia eppure quando è successo il trapasso me lo aspettavo, come se lo avessi sempre saputo. Lo schianto è stato tremendo, ho fatto in tempo a intuire quello che sarebbe stata la fine. Poi il buio, come se tutto si spegnesse. Poi all’improvviso sono lì che guardo la macchina accartocciata, so che è la mia macchina, so che sono io quello che stanno cercando di rianimare ma sono stranamente tranquillo, so che sono inutili i loro sforzi. So che il mio viaggio per ora è finito e sono sorpreso io stesso da me stesso. Mi sorprende la mia serenità, la calma e la naturalezza con cui assisto come se fosse la cosa più ovvia e normale di questo mondo. E in un certo senso lo è, mi viene il pensiero: mio Dio quante e quante volte è già successo tutto questo! Talmente tante da diventare una cosa ordinaria, normale. E poi un velo di tristezza mi ricopre, penso a quando i miei riceveranno la notizia, al loro dolore, quanto dolore è necessario per crescere, quanta sofferenza e mi viene da pregare per loro con parole semplici, apro il mio cuore al Padre e gli parlo come mai in questa vita ho mai fatto o pensato si potesse fare. Che pace, che gioia rivolgersi al Padre e sentirlo dentro se stessi, sentire che ci ascolta, ci comprende nella nostra limitatezza come un Padre ascolta i propri figli piccoli che gli parlano delle proprie paure e dei propri dolori ma che ancora non sono in grado di capire e allora ti abbraccia e lascia che il Suo amore ti ricopra e ti consoli, come un Padre che abbraccia il bambino che ha paura del buio nonostante tutte le spiegazioni. Un giorno, quando saremo più grandi non avremo più paura del buio, capiremo quello che oggi ci appare impossibile. Durante tutte queste riflessioni in cui sono immerso si sono avvicinate a me tre persone, con calma, silenziosi, rispettosi della solennità del momento e dell’intimità dei miei sentimenti. Quanta pace emana da loro. E quanta misericordia e empatia, di chi ti capisce e ti rispetta e ti offre un sostegno a cui aggrapparti. Dopo un poco ci guardiamo, non so ancora chi siano ma so che dovrei conoscerli, so che tra noi c’è un amore che non saprei definire, un amore che non conosce ruoli, un amore oltre i ruoli, un amore umano. Si può amare così tanto degli sconosciuti mi chiedo. La loro risposta mi giunge ovvia eppure così confortante: non siamo sconosciuti, siamo fratelli in Cristo. Anni sono passati da tutto questo per voi, oggi la mia consapevolezza è aumentata, così come il mio amore per loro e per i miei cari ancora sulla terra che stanno affrontando le loro prove con tutte le difficoltà del caso e dei tempi. Papà Sandro e mamma Lucia che la mia pace sia la vostra pace. Non soffrite per me perché io ho guadagnato la mia pace e la mia felicità. Ora perché la mia felicità sia più completa manca solo che anche voi troviate un po’ di pace e di sollievo. No, io non ho sofferto in nessun momento, come io ho accettato, accettate anche voi. La vita non finisce, abbiate fede nelle parole di Gesù, noi siamo spiriti immortali e la vita continua. Se saprete coltivare questo pensiero nel vostro cuore quando sarà il momento io stesso farò come quegli spiriti che così pieni della misericordia di Dio mi hanno accolto. Che la pace sia con voi, vi amo

Andrea”

da uno spirito tenebroso

“Amici, amici un cavolo. Ce ne dobbiamo andare e prima o poi ce ne andremo ma prima venderemo cara la pelle. Ci avete sbattuto la porta in faccia del Paradiso, allora faremo un inferno prima di andarcene. So bene che quando quelli di sopra si muovono sono inflessibili, non c’è modo di resistere ma prima abbiamo un po’ di tempo per scovare altri come noi ancora lì, e non dubitate, siamo tanti, tantissimi sia qui che lì. E soffieremo, soffieremo sul fuoco delle passioni, delle paure, dell’egoismo, su qualunque cosa ci porti al nostro risultato: il caos. Voi sarete i nostri alleati perfetti con le vostre paure, ansie, incertezze. Ahahahah ne vedrete delle belle. Io tanto, come molti altri, me ne devo andare comunque, non mi interessa il vostro cammino, non mi interessa faticare per crescere. Se Dio mi voleva perfetto? Doveva crearmi perfetto! Mi ha fatto così, che mi prenda così! E invece no, vuole che mi sforzi, che lasci tutto, non ci penso proprio. È troppo bello dominare, essere e sentirsi superiori, essere riveriti, temuti… ah che sensazione appagante il dominio. Io domino e controllo quelli che sono troppo stupidi per dominare ma che hanno anche loro questo desiderio nel cuore. E la terra è sempre stata nostra, noi la abbiamo sempre dominata e controllata. E adesso dobbiamo andarcene, un’altra volta. Lasceremo il segno e andremo a prendere possesso di un mondo di bestie ritardate, troppo stupidi anche solo per servire ma non tanto da non capire la nostra superiorità e adorarci come meritiamo. Addio miei cari, o a presto con qualcuno di voi….ahahahahha”

da Lorenzo

“Ciao mamma, pensavo di andare in un posto peggiore. Qui mi sembra di essere in vacanza! Sono ospite in una immensa villa che da sul tramonto. Ci sono tante persone qui; alcuni con gli occhi spenti, altri non capiscono che cosa ci facciano qui… poi ci sono altri come me, più svegli. Mi conosci mamma, non sono uno che ci crede nelle stupidate ma devo ammettere è difficile non credere a nulla quando sei qui. Sono stanco, sono un po’ perplesso ma il posto è da sogno. Tanto verde, tanta acqua… il cielo è di un azzurro che non abbiamo mai visto in Italia, per ora imparo a conoscere le persone e partecipo a qualche dibattito sulle cose che stanno succedendo da voi. Sono sereno mamma Silvana. Non sono più perso dentro me. Voi mi mancate tanto ma mi sento pronto per seguire il mio percorso. Forse non è un caso essere qui. Ascoltami: andrà tutto bene da voi, stai tranquilla. La luce è quella che vedi… segui la luce. Io sono lì. Tuo

Lorenzo”

da Simona

“In una stanza nella Valle si trova lo spirito di Simona piangendo.

Sanndy: possiamo entrare?

Simona guarda ostentatamente dalla parte opposta a Sanndy e Chiara

Sanndy: perché non ci vuoi parlare?

Simona: chi siete? Cosa volete?

Sanndy: tua mamma ci ha chiesto di cercarti

Simona: ma lei non mi ha dato l’appoggio che avevo bisogno

Chiara: ascoltami, lo ho fatto anche io e ho ferito tantissimo mia mamma, ma dobbiamo essere più grandi di così! Le nostre scelte non devono ferire gli altri

Simona: ma mi hanno ferita!

Chiara: che cosa ti aspettavi vivendo in un mondo come questo! Credevi che tutti ti avrebbero tenuta al sicuro senza sforzo da parte tua? Non è così che funziona; dobbiamo darci da fare anche noi cercando di essere più grandi del male che sentiamo dentro!

Simona: ma tu chi sei?

Chiara: sono Chiara. Anche io mi sono uccisa e non sai quanto lamento la pazzia che ho fatto e sono qui per questo, per dimostrarti che nonostante i nostri errori Dio ci perdona! Vieni con me Simo! Dai! Possiamo essere felici insieme, dove sono io non esiste il giudizio, esiste la consapevolezza di ciò che siamo e c’è l’aiuto degli angeli per farci diventare più forti

Simona: non lo so… la solitudine è così bella perché non mi devo nascondere di nessuno, non devo nascondere ciò che sono e posso essere me stessa

Chiara: e chi sei tu?

Simona: sono un’anima in pena

Chiara: eri un’anima in pena, ora però sei destinata al paradiso! Vieni!

Simona: non lo so… me ne accorgo che ho tanto da raccogliere e non solo cose belle

Chiara: lascia che al giudizio ci pensi il Padre

Simona: sì, dai vengo”