da Arnaldo

“Sono Arnaldo, vengo per mia figlia. Sì, sono io, nonostante tutto sono qui. Il nostro rapporto è stato difficile, e non poteva essere altrimenti, da tanti secoli portiamo avanti il nostro conflitto, ma come diceva prima lo spirito amico, questo ci blocca qui; noi litighiamo come stupidi per questioni irrilevanti e perdiamo di vista il disegno generale della crescita e ci siamo condannati a perdere un sacco di tempo in questo mondo così pieno di sofferenza invece di poter crescere e andare in posti migliori. Sì, ora mi è tutto più chiaro grazie al Cielo, finalmente ho capito, un po’ tardi ma meglio tardi che mai e dover aspettare ancora varie reincarnazioni; quindi sono qui a chiederti scusa e a dirti che non ho più nessuna rabbia o rancore verso di te, anzi spero che anche tu possa giungere alla mia stessa consapevolezza e finalmente abbandonare l’antica diatriba. Non ho nulla da chiederti per me, ma ho qualcosa da dirti per te stessa: lascia andare la tua rabbia, abbiamo sbagliato tutti e due da molto tempo, è ora di essere sereni e andare avanti. Sì, io ora vengo seguendo le parole di Gesù, vengo a cercare il mio fratello per fare pace con lui. Ora ti offro il mio amore già che mi sono finalmente liberato dell’odio e della rabbia e non sai quale sollievo e grazia sia. Già solo questo mi fa sembrare di essere in un paradiso rispetto a prima. Ammetto le mie colpe e i miei limiti, per quel poco che qui mi è dato fare cercherò di aiutarti in tutti i modi, in modo che anche tu possa godere di questa serenità che non ha prezzo. Perdoniamoci figlia mia l’un l’altro e con noi stessi e ringraziamo il Padre che costantemente e con infinita pazienza continua a mostrarci la strada anche se noi pur vedendola ci ostiniamo a non seguirla. Oggi ti guardo con occhi nuovi e posso finalmente dirti, davvero e con tutta la sincerità del cuore, ti amo, come mai ho fatto in tutti questi secoli e né credevo possibile

Arnaldo”

da uno spirito amico

“Cari fratelli, dobbiamo capire che non c’è una condanna dei nostri pensieri e delle nostre vibrazioni, ma conseguenze inesorabili delle stesse, e se vogliamo crescere dobbiamo affrontare e risolvere le nostre questioni. Finché non lo faremo non possiamo migliorare e siamo obbligati a rimanere qui senza un limite di tempo ma fino al conseguimento dell’obbiettivo. Se io ho dei torti verso qualcuno non potrò avanzare fino a quando non li avrò compresi e ripagati. Sono i torti stessi che mi legano e zavorrano a questo livello, non posso salire se non eliminando i torti fatti e alzando le mie vibrazioni. Per quanto si preghi e si speri, per quanto ci si affidi a Dio non si può sfuggire comunque da questa legge. Dio nella sua infinita misericordia e volontà di perdono ci offre mille modi, strumenti e occasioni per riparare ai torti, per correggerci, per prendere consapevolezza, ovvero ci fornisce tutti gli strumenti e le possibilità di raggiungere l’obbiettivo ma non ci viene mai regalato senza sforzo, calato di grazia dall’alto senza nessun impegno da parte nostra. In questo senso le parole di Gesù ci ricordano che dobbiamo pagare fino all’ultimo centesimo per poter crescere, in modo da eliminare in noi ogni macchia, ogni traccia del legame con le basse vibrazioni. E che questo lavoro di purificazione dai nostri errori deve essere il più importante, persino di più che l’adorazione del Padre, ci dice infatti prima di andare al presentare la nostra offerta nel tempio durante il culto del Signore di risolverei problemi e i debiti coi nostri fratelli, perché questa è la vera offerta al suo altare, il nostro cambiamento, il nostro perdono, la nostra redenzione. Allora potremo chiedere il perdono e con diritto riceverlo. Rimediamo quindi ai nostri errori, ai nostri torti e quando non possiamo farlo più direttamente ai nostri creditori facciamolo al nostro prossimo, perché come disse Paolo ogni buona azione fatta con amore cancella uno dei nostri peccati. Ripaghiamo quindi i nostri debiti con amore e carità infinita verso il prossimo in modo che il nostro amore possa coprire la moltitudine dei nostri peccati,

uno spirito amico”

da Sira

“Oh, Signore, non ci credo! Figlio mio, amore di mamma! La mamma prega così tanto per te! Sono così fiera, da come sei cresciuto bene e dal cuore immenso che hai! Sono sempre accanto a te e nonostante gli anni che passano siete sempre nel mio cuore. Qui la mia vita ha preso una strada diversa da quella che pensavo io quando ero ancora sulla terra. So che tanti di noi quando ritornano si sentono un po’ persi e con me è successa la stessa cosa. Non volevo lasciarvi ma difficilmente la vita ci da la possibilità di scegliere, vero? Così mi sono persa all’inizio; girovagavo alla ricerca di qualche senso da dare a tutto ciò e finalmente ho aperto la mente e il cuore al Padre Santo e mi sono ritrovata qui. Ora vivo in una specie di ostello dove riceviamo gli spiriti in transizione; qui li ospitiamo e nel frattempo gli insegniamo le svariate mansioni da svolgere, non posso essere più specifica perché non mi è permesso addentrarmi oltre il limite stabilito dal patronato, ma vado avanti a raccontarti che qui la luna è ghiacciata e il sole alimenta la vita, la luce ed i colori; non sono da sola, e sono sicura che tu sai già il perché. Non ho mai creduto fosse possibile ed eccomi qui a ridacchiare come una sciocca! Sono felice, Freddy, sono molto felice. E prego Dio che un giorno tu possa trovare la gioia immensa di donarti senza paura del futuro. Che la tua famiglia possa ricevere da Dio la gioia immensa di rimanere insieme nonostante i problemi creati dal tutto. Devo andare, che il Signore ti possa guidare verso la luce più bella che tu possa sognare, tua mamma,

Sira”

da uno spirito tenebroso

“Non voglio dire niente a nessuno. Perché siete qui? Non avete ancora capito che voglio rimanere da solo? Andate via! Perché pensate che non ci piace stare qui? A me invece non piaceva il mondo; tutta quella felicità mi dava la nausea. Sono diverso da tutti voi! Il mio posto è qui dove i morti paingono! Inferno? L’inferno è quando ti penti di ciò che hai fatto, io invece ci godo ogni secondo! Felicità per me è vedere il dolore dell’altro e mi piace ancora di più quando sono io a causare il dolore! Non voglio sentire nulla, nessuna predica, nè di mia madre né di nessuno! Io e i miei amici ci eravamo accordati per questo momento ed è l’ora in cui le tenebre inonderanno il mondo e da qui io sorriderò. Non ho nessun amico e l’unico Padre che conosco è quello della notte, vi saluto

uno spirito tenebroso che ha rifiutato l’aiuto.

Fratello Ambrogio: abbiamo lasciato che il fratello comunicasse per aiutarvi nei vostri studi, per farvi sapere che ci sono tanti spiriti che anche qui, come sulla terra, vivono per rendere infelice il prossimo. La loro felicità è vedere il dolore e la sofferenza nel mondo; ma il Padre Santo nella sua immensa misericordia, ci manda ad aiutarli e rimarremo qui finché lui ci percepisca e questo succederà quando sentirà dentro di sé il desiderio di conoscere il vero Padre. Forse ci vorrà tanto… ma che importa, tanto noi siamo eterni”

da Ciro

“Annamaria, sono papà Ciro… che dirti, tesoro mio? Sto bene! Papà ha sofferto perché nessuno è esente dal soffrire in questo mondo e per tutto c’è un motivo valido che non sto qui a spiegarti. Volevo dirti che il frate è venuto ad aiutarmi; ma quanto è alto? Quando lo ho visto ho subito pensato a te che me lo hai mandato. Mi dici come fai a conoscere questa gente che brilla così tanto? Quando siamo passati tutti si sono messi in ginocchio per guardarlo. E già che ci conosce può aiutare anche te, vero? Anna mia ora papà va perché sono ancora un po’ stanco e mi devo liberare del legame col fisico. Il frate qui mi dice che non mi mancherà tanto per stare bene. E salutami tutti, eh! Mi raccomando di non fumare poi starai male! Il frate qui mi dice che è meglio se tu smetti del tutto altrimenti il tuo fisico si affaticherà… i tuoi polmoni che non sono così in salute possono attirare a te la peste che mi ha portato qui, stai attenta, un bacito da papà

Ciro”

da fratello Ambrogio

“Sorella A., tua madre ha chiesto l’aiuto a delle entità ancora bambine… il Signore sa che le sue intenzioni erano buone, ma purtroppo questi fratelli ancora ignoranti non hanno capito così. Noi li allontaneremo ma sarà complesso perché tua mamma li attira ad ogni momento. Ti consigliamo di portarla da un professionista che potrà aiutarla nel suo fisico, mentre noi ci penseremo alla parte spirituale. Fate il vangelo della casa, dalle un cucchiaio di acqua fluidificata tre volte al giorno e se possibile, prima dell’acqua fluidificata dalle un passe di dispersione per almeno 15 giorni. Io, Sanndy e Stefano chiuderemo il suo sesto chakra.

Fratello Ambrogio”

da Marco

“Sanndy: vado a cercare Marco, Chiara dove sei? Marco? Qui è un po’ bruttino, Chiara! Sono in una specie di labirinto di caverne, è completamente buio, inizio ad avere un po’ di paura, Marco ci sei? Mio Dio non lo vedo, fratello Ambrogio non vedo niente. Ok, faccio io, adesso vedo un po’ di più, eccolo lì Marco.

Marco: che cosa vuoi?

S: voglio aiutarti, vieni con me, usciamo da questo labirinto, vuoi venire con me?

M: no

S: perché no? Posso sedermi qui insieme a te? Tu sai quello che ti è successo? Mi rispondi? [Marco continua a tacere] Ti sei impiccato, Marco, ascoltami, guardami, andiamo via da qui. [Continua a tacere] Mi dici perché lo hai fatto?

M: non sono un animale da circo

S: lo so, non ho mai pensato questo. Solo che le persone che ti amano vogliono capire cosa è successo

M: non devo rendere conto della mia vita a nessuno

S: capisco ma i tuoi genitori, le persone che amano…

M: non ho lasciato un biglietto perché non volevo far sapere a nessuno, è una questione tra me e Dio

S: hai parlato quindi con Dio?

M: e mi risponde?

S: certo che ti risponde, forse non lo ascolti. Che cosa vuoi fare Marco, hai visto che non si muore, hai ucciso il tuo fisico ma tu sei ancora qui, non vedo un senso, parliamo col Padre? Chiediamo di aiutarti?

M: non voglio l’aiuto del Padre

S: ma perché? Ma lo sai che è così bello la fuori

M: la mia vita è un eterno buio

S: quindi per l’eternità vuoi stare qui? Non soffri la solitudine?

M: sto bene qui

S: Marco non è vero, guardati attorno, non c’è niente, vivi come se fossi in una tomba, andiamo via, dammi la mano ti prego, vedi come sei ghiacciato, andiamo via di qui, hai bisogno di un po’ di caldo, vieni con me.

M: vai tu

S: prima di andare facciamo una preghiera insieme almeno, posso?

M: non devo pregare con te

S: non hai bisogno di pregare con me, prego da sola, Padre amato che il mio fratello Marco possa capire la bellezza del tuo amore, che lui possa dentro di se la tua scintilla Padre e che questa scintilla incominci a brillare sempre più forte nel suo cuore, oh Padre aiuta questo fratello che si è perso, aiuta questa anima tormentata. [Marco piange] Piangi perché stai sentendo il Padre dentro di te Marco, oh Padre porta questo fratello nelle tue braccia, perdonalo Padre, è soltanto un ragazzino che ha tanta paura, ti prego mio Signore aiutalo. [Appare fratello Ambrogio] Oh fratello Ambrogio perché non sei venuto prima? Vai Marco, sii felice Grazie.

[Marco va con fratello Ambrogio]”

da Achille

“Achille, io sono Achille. Finalmente posso lasciare il mio messaggio. È da tanto che ci provo ma non c’è mai posto, tanti, tantissimi vogliono farlo ma ben pochi possono. Oggi grazie a Dio è arrivato il mio turno. Vanda cosa ti posso dire? Tu sai che ti amo nonostante tutto. So di averti fatto alcune cose sbagliate, ora lo so. Anzi lo sapevo anche allora ma non capivo quanto fossero sbagliate. E quindi ti chi chiedo scusa prima di tutto, capisco se non vorrai perdonare subito. In un certo senso hai ragione, anche se ora sappiamo entrambi che il perdono non serve all’altro ma a noi stessi. Sono qui per dirti che devi seguire la tua vita, quello che è successo non è stata colpa tua, fai tesoro di quella esperienza e vai avanti, no rimanere fissata su di me, rimuginando se sarebbe potuto essere diverso o cosa hai sbagliato. Abbiamo sbagliato un po’ entrambi, io sicuramente molto di più, quindi ora vai avanti, non rimaner bloccata in quello che è stato e precluderti così la possibilità di essere felice. Puoi ancora esserlo, te lo meriti e ne hai la possibilità, sta a te coglierla se saprai distogliere il tuo sguardo dal passato e rivolgerlo al presente e al futuro. Insieme non siamo stati capaci di cogliere la vera felicità, ma abbiamo intravisto che è possibile farlo, non impedirti di raggiungerla con qualcuno migliore di me. Smetti di pensare in colpa, inizia a pensare in consapevolezza e impegno. Oggi solo questo mi interessa, che tu possa essere felice, ho già rubato e abusato troppo della tua felicità per me stesso. Sii in pace, sii serena, fallo non per me ma per te stessa,

Achille”

da Anna

“Carissima sorella, ringrazio Dio di poter rincuorarti e dirti che sono in pace; direi persino felice. Nella precedente vita dove mi hai conosciuto ero uno spirito in pena per aver commesso degli errori innominabili, ma grazie al Padre sono riuscita a sdebitarmi. Tutte le anime che sono nate da me erano persone che avevo profondamente ferito. Il marito violento avrebbe dovuto accogliermi nel ricevere insieme a me tutte quelle anime. Tempi addietro ( parlo di qualche centinaio di anni fa) ho distrutto una famiglia e per riuscire ad avere l’eredità ho ucciso tutti i sei figli del mio rivale. Sì, quello che è stato mio marito non mi ha mai perdonato. Abbiamo fatto della nostra vita un lungo inferno che avrebbe avuto fine quando io gli avessi ridato i figli che aveva perso. Insieme abbiamo scelto di ricevere, come genitori questi stessi spiriti e così avrei dato la vita a chi la vita avevo tolto e mio marito avrebbe riavuto i suoi figli, ma purtroppo sono arrivate solo figlie femmine e mio marito in maniera inconscia, rivoleva i suoi figli maschi di allora, ma non era possibile perché l’incarnazione come donna sarebbe stata più utile per loro. Spirito inferiore, mio marito ha iniziato ad odiarmi e la sua rabbia aumentava ad ogni “figlia” che lui non riconosceva come i maschi di allora. La mia sofferenza è inenarrabile, mi ammalai nella testa e lui non ha fatto che peggiorare i miei sensi di colpa. Non sono riuscita ad andare avanti ed ho deciso di ritornare a casa. Dio, nella Sua immensa misericordia ha avuto pietà di me perché non ero del tutto conscia e lucida quando mi suicidai. Il tempo passato nell’umbral subito dopo aver compiuto il gesto è stato ben poco paragonato all’enormità del mio gesto; gesto che però è stato riconosciuto come un’azione non premeditata; lui ha sbagliato ma anche io ho sbagliato perché avrei dovuto essere più forte, purtroppo i sensi di colpa per il mio passato mi condannavano, quindi il senso di colpa che provavo ha vinto spegnendo la luce che si stava accendendo in me… ora sono serena. Lavoro nel Dipartimento della Donna; in questo dipartimento aiutiamo le donne che subiscono violenze domestiche dai loro compagni. È un lavoro delicato e tante volte straziante, soprattutto dato il mio percorso, ma ho imparato che indipendentemente dal sesso dobbiamo essere forti e non mollare! Che il Signore possa aiutare tutte le persone vittime degli spiriti la cui ignoranza ci taglia il nostro percorso. Ti chiedo se, gentilmente, puoi dire alle mie figlie di non essere deboli come me perché è sulla terra che dobbiamo crescere! Chiedo anche, a tutte le donne che subiscono questo tipo di violenza di non accettare in silenzio. Andatevene! Raccontate a qualcuno che vi possa aiutare! E prega il Padre perché noi che lavoriamo nel dipartimento veniamo ad aiutarvi!! Noi non siamo destinati a soffrire ma ad amare! Se mio marito mi avesse amato ed amato gli spiriti che sono reincarnati tramite me, la nostra storia sarebbe stata diversa… ma Dio è glorioso e ci concede di ritornare quante volte sia necessario per portare la nostra evoluzione! Non piangere più per me, ora sono felice e vivere nell’amore del Padre è la vera e più grande grazia,

Anna”

da Samuel

“Sanndy: ecco che torna Chiara. Samuel? Samuel? Non riusciamo a trovarti, segui la nostra voce. Chiara perché non arriviamo subito da loro?

Chiara: non è così che funziona, ecco è lì, Samuel, aspetta un secondo vogliamo solo fare due chiacchiere con te, aspetta un attimo, lo so cosa pensi, possiamo sederci qui?

S: Ascolta lo so che non ci conosci, ma siamo qui perché tua mamma ha detto che eri da queste parti e quindi siamo venuti qui

Sam: la mamma non lo sa

S: ma lei mi ha detto, guardate che probabilmente è andato da quella parte. Che succede Samuel, perché sei qui, perché non ti sfoghi, dicci, guarda che a volte, il più delle volte è meglio parlare con una persona sconosciuta, che succede?

Sam: non voglio più andare avanti, mi sento diverso, questo non è il mio posto, non appartengo a qui, mi sono sempre sentito una persona diversa da tutte le altre, questa situazione mi logora ogni giorno di più, non riesco a concentrarmi, non riesco ad essere vivo, ad essere me, nessuno mi lascia essere me stesso, devo sempre essere dentro un ruolo che piace agli altri però, e questo mi fa stare male, sono stanco, sono stanco, vorrei andare in un posto dove nessuno mi guardasse. Niente mi farà cambiare perché sono così, voglio andare in un mondo dove io sia una persona come loro.

S: eh ma sentirsi diversi non è un motivo per uccidersi, no? Lo so quello che stai pensando…

Sam: come fai a saperlo?

S: niente, è perché sei qui seduto a guardare tutti i treni che passano con il pensiero di prendere il treno e andare lontano

Sam: dove voglio andare io il treno non ci arriva

C: capisco, ho capito, ascoltami abbiamo capito che stai male, credimi che stare qui con te è uno strazio anche per me, ho pensato anche io a fare questa m***a che stai facendo, credimi non è la risposta, non troviamo la via di uscita come stai pensando tu, non la ho trovata neanche io…

Sam: anche tu?

C: eh sì Samuel, anche io ho cercato di buttarmi, veramente mi sono buttata…. Sì, e anche tu ti sei buttato, ascoltami, guardami negli occhi: la morte non esiste, noi siamo vivi, il nostro corpo è finito, non c’è più, ma la nostra essenza è qui, guardami, bravo, si lo so è brutto quello che abbiamo fatto, ma dobbiamo renderci conto che ormai lo abbiamo fatto, non possiamo più cambiare quello che è stato, adesso tu lo sai che si continua a vivere, devi lottare contro i tuoi demoni, e comunque qui siamo davvero tutti uguali, tu sei mio fratello così come Sanndy è la mia sorella, ci vogliamo bene tutti, il Padre ci ama così tanto, perché rimanere qui in questa sofferenza? Anche io ho fatto la stessa cosa, mi sono buttata sotto un treno, ho sofferto, ma guarda sono qui, sono viva, sto bene, anche tu avrai questa possibilità, vieni, guarda che c’è una signora meravigliosa che ci aspetta, è la madre di Gesù, vieni, vieni con me, te la presento, non piangere Samuel, vieni con me, ti capisco. Sanndy lo porto con me, si è addormentato, salutami la mamma, vado”

da Alessandro

“Sanndy: vado alla ricerca di Alessandro, Chiara vieni con me, ti prego, ok lei mi aspetta dall’altra parte, vedo come un tubo lunghissimo ma non vedo la fine, prima c’era, oh mio Dio, è tutto completamente buio, non vedo niente, non c’è neanche quella luce fosca, grigiastra, come faccio a cercarlo, Chiara non vedo niente. [Chiara prende la mia mano e riesco a vedere qualcosa, entriamo in un posto ancora più buio, eccolo lì c’è un ragazzo che piange] Alessandro sei tu?

Alessandro: chi mi chiama?

S: siamo qui per portarti in un posto più bello

A: no, non ci vado

S: perché no?

A: non lo merito

S: sei qui da tanto tempo

A: non importa, non è mai abbastanza

S: perché dici così? [vedo Chiara che gli da un passe]

A: non mi serve nulla, andatevene

S: ma perché vuoi rimanere qui, fammi capire almeno, Alessandro la tua amica ci ha chiesto di venire a chiamarti, lei ti ama così tanto

A: chi? Chi ha pensato a me?

S: una tua amica

A: sono così triste, pensavo che avrei dormito sempre, senza sentire nulla, ma sono qui, sto ancora male e non posso più uccidermi, cosa ho fatto per meritarmi una situazione del genere?

S: ascolta Chiara

C: ti sei ucciso

A: ho capito, e quindi per me è finita, è questo il mio inferno

C: non parliamo di inferno, parliamo di cupa tristezza, adesso siamo qui, vieni con noi che ti portiamo fuori da questo luogo

A: no, questa è la mia tomba, quella in cui rimango

C: chi vuole vivere in una tomba?

A: quelli che soffrono

C: vieni con me, dove io vivo ci sono tanti che hanno passato la stessa cosa, vieni, tornerai se vuoi, lì capirai il motivo e il perché di tutto ma devi voler venire con noi, se no rimarrai lì chissà per quanto, adesso è il momento, forza

S: ecco sta andando, brava Chiara

A: ringrazia l’anima che ha pregato per me, dì alla mia famiglia che mi dispiace, dì alla mamma che il dolore non mi ha fatto ragionare, pregate per me perché ho ancora l’anima triste

S: ti passerà Alessandro, vai con la Chiara e starai bene, lì ci sono tanti ragazzi come te, su, torna alla vita, esci da questa tomba

Alessandro va con Chiara”

da C.

“Fratello Ambrogio ci porta lo spirito di C. per parlare con lei.

Stefano: Calma sorella, mi senti? So che sei qui, ascolta la mia voce, calma

C: singhiozzi

S: ascoltami sorella, siamo qui per aiutarti, non c’è più bisogno di soffrire

C: chi mi chiama?

S: siamo degli amici

C: chi ascolta il mio dolore, oh mio Dio che succede?

S: il Padre ascolta il tuo dolore e ci ha mandato ad aiutarti, calma, ascoltaci

C: chi mi chiama?

S: amici, siamo qui per aiutarti, il Padre ha risposto alle tue preghiere

C: non capisco che succede! Mi fa male

S: amica mia, calma, ascoltami, guardati intorno, guarda, vedi che ci sono altre persone vicino a te?

C: che succede?

S: siamo venuti ad aiutarti, siamo qui apposta, il Signore ci ha mandato, ha ascoltato le tue preghiere

C: chi il signore? Chi? Come si chiama?

S: il Padre

C: mio padre?

S: Dio

C: Dio mi ha abbandonata tanto tempo fa

S: Dio non ti ha abbandonato e la prova è che siamo qui, siamo qui per aiutarti, Dio ci ha mandato

C: qualcuno mi spiega cosa è successo? Mi sento così strana, mi ricordo che ero lì e poi mi sono sentita male

S: sorella, hai cambiato di mondo, hai lasciato il tuo corpo fisico

C: che? Non ho capito, cosa stai dicendo?

S: guardati intorno, ti sto dicendo sorella che hai lasciato il tuo corpo, sei tornata a casa

C: ma sei ubriaco, vero? No, dai, chiamate qualcun altro!

S: sorella ascolta, guarda me

C: sei un religioso, non mi piacciono i religiosi

S: non sono un religioso come intendi tu, ma ho una grande fede

C: perché sto così male?

S: è perché sei ancora legata al tuo corpo, non vuoi lasciarlo, ascoltami, ascoltami… è passato il momento di stare sulla terra, hai già lasciato il tuo corpo

C: ma non capisco, perché dici così, terra? Cioè non capisco

S: voglio dire mia cara che la tua esperienza terrena è finita, il tuo corpo non è più vivo ma tu sei ancora viva

C: NO

S: amica mia, guarda, ascoltami, sorella

C: [piangendo] sono viva, guardatemi [si tocca]

S: sorella, tu sei viva, certo, è il tuo corpo che non lo è più. Sorella, ascoltami, calma, ha i finito solo una fase, adesso ne comincia un’altra, tu sei viva, non è finito tutto, tutto continua invece, continua in modo diverso

C: sono stata così cattiva, è questo l’inferno? Questo vuoto senza fine? Questa sensazione di galleggiare, non essere?

S: no, noi siamo qui apposta per aiutarti, per mostrarti che c’è anche altro oltre a questo, c’è altro

C: e questa luce?

S: sta a te seguirla, noi siamo venuti per aiutarti, per portarti questa luce, c’è anche pace e serenità

C: la vedo la luce

S: seguila, vai con questi fratelli che sono venuti ad accoglierti, vai e potrai avere la pace e la serenità che non hai mai avuto, neanche sulla terra

C: no, ero così infelice, mi sono persa da me stessa, che angeli, sono degli angeli, portatemi con voi

S: vai con loro e troverai la pace

C: sono stanca di soffrire, mi fa male, c’è il sangue

S: non è più necessario soffrire, vai con loro, vai con fratello Ambrogio

C: prima di andare posso dire qualcosa?

S: certo

C: dì alla mia famiglia che chiedo scusa per tutto quello che ho fatto, ero persa, sono un’anima strappata da me, ho sofferto tanto, ero così triste, dici che troverò un senso alla mia vita?

S: certamente

C: dì alla mia famiglia che chiedo scusa se la ho fatta soffrire, posso chiede come sono morta?

S: non so se questo è il momento più adatto, se sei già pronta, è già difficile accettare, verrà il momento in cui tu potrai sapere

C: non mi sono uccisa, vero?

S: no

C: mi chiamano…

S: vai…

Fratello Ambrogio: la sorella era stata aiutata subito ma aveva paura, scappava sempre, in fondo già lo sapeva, ha dovuto sentire da una persona che riteneva come lei, da voi incarnati a questo punto è riuscita a vedere la differenza tra noi e voi, è un’anima che ha bisogno di tante preghiere, si è persa da tante vite e non riesce a trovarsi, pregate per lei tutti voi”

da uno spirito amico

“Servire, servire, servire. Questo deve essere l’imperativo. L’orgoglio si affanna, la vanità si affligge eppure questo deve essere fatto. Non si viene sulla terra per ricevere ma per dare. E questo tormenta l’animo, ci si ribella, ci si contorce, incapaci di accettare questa realtà così dura, così inesorabile eppure così necessaria. Ci si crede meritevoli di ogni cosa, di ogni amore, il poco che si è sembra l’Everest ai nostri occhi mentre le nostre ombre restano nascoste in abissi insondabili. Ci vediamo dei giganti mentre siamo dei nani. E quindi rifiutiamo di accettare l’idea che dobbiamo servire, che dobbiamo amare, dobbiamo dare per colmare il vuoto che ci separa dal Padre, solo allora, quando servire sarà l’essenza stessa del nostro vivere riusciremo a sentire, a ricevere in pieno e con consapevolezza tutto l’amore del Padre e ricevere finalmente soddisfazione. Ma quanta fatica, quanto tormento fino ad allora. La fatica di crescere, di essere ogni giorno migliori, di non aspettarsi nulla, di dare senza nessuna speranza anche nascosta di contropartita. Il viaggio dello spirito nella sua reincarnazione è sempre un viaggio difficile, perché è un viaggio dentro se stessi, alla propria scoperta e alla propria civilizzazione. E quanto più si vuole crescere più il viaggio è complesso, più dobbiamo affrontare i nostri ostacoli interiori, più dobbiamo combattere con noi stessi, con le nostre paure e le nostre debolezze. Crescere è faticoso perché ci costringe a cambiare, a diventare altro, ci obbliga ad ammettere con noi stessi i nostri limiti, ed è doloroso. Ci vuole coraggio. Ci vuole determinazione. Ci vuole fede. Supplichiamo il Padre, gli spiriti di luce, le nostre guide per avere il loro conforto e sostegno, non faranno il nostro lavoro per noi, ma ci daranno la spinta necessaria per affrontare noi stessi. Che l’esempio di Gesù ci sia di guida e modello, ha offerto tutta la sua vita per servire l’umanità con umiltà sacrificandosi totalmente; uguagliarlo per noi è ancora impossibile ma che possiamo almeno trovare la forza di sacrificare un pezzettino del nostro orgoglio per servire con amore il prossimo.

Uno spirito amico”

da uno spirito sofferente

“Non sono ancora pronta per capire cosa mi è successo… non so, forse un raptus. Avevo letto nella Bibbia sull’apocalisse, e non so, forse paura, non era bella la vita che vivevo… non c’era più l’amore, era solo un tormento e poi c’era il vuoto davanti a me. Non ricordo più nulla, mio figlio era con me, lo so, ma non mi ricordo altro. Non penso che sia stato qualcuno, in un momento di disperazione ho commesso l’atto spregevole ma pensavo a me e a mio figlio, un marito non buono e la peste che era arrivata. Mio marito paura mi faceva, era strano, c’era na ragazza, ne sono sicura. Non ho visto più nulla. Dove è lui? Dove è lui? Signore! Sono viva o sono morta! Chi mi chiama? Non voglio più soffrire!

Fratello Ambrogio: in questo caso la sorella era mentalmente disturbata, problemi personali, finanziari e l’arrivo della pandemia hanno portato il suo cervello ad un livello altissimo di stress che poi non ha retto. Sì, la sorella è stata debole ma va capita e di certo il Padre la aiuterà. Il suo figlioletto invece è stato soccorso subito ed oggi siamo riusciti a soccorrere lei”

da una sorella

“Mi ricordo il rumore, l’abbaiare, la paura, la corsa sfrenata, e il mio cuore che batteva così forte che sembrava uscire dal petto. Chiunque può immaginare la mia paura, ma vi posso dire, sollevata, che non ho sentito nulla. Cioè, quando erano su di me a strapparmi la gola non ho provato dolore; ero solo perplessa, sorpresa, non credevo che succedesse proprio a me. Aspettavo a qualsiasi momento che arrivasse qualcuno per aiutarmi. Mi sono fatta mille domande e verso la fine, quando già il mio corpo era martoriato e la vita svaniva mi sono ricordata di tutto. Ero un proprietario terriero nel sud degli Stati Uniti d’America e avevo tantissimi schiavi, ero severo e se qualche negro scappasse dalle mie terre era cacciato e fatto a pezzi dai miei cani. Mi ricordo il dolore della consapevolezza che è arrivata soltanto un secolo dopo. Prima, nel mondo spirituale, sono stato perseguitato dai miei schiavi, arrivavano in tanti come in un incubo e mi perseguitavano in eterno. Impazzii. Sono reincarnato qualche anno dopo la pazzia abbastanza debilitato e sono morto presto. La volta dopo sono stato rinchiuso in un manicomio e lì morì. Poi sono nato in India, e lì, vivendo come un dalit, un “nessuno” , considerato infetto, ho imparato però a valorizzare tutte le razze, tutto ciò che esisteva nel mondo e poi ritornato a casa come spirito, ho chiesto a Dio di sdebitarmi per sempre di ciò che avevo fatto e da lì la scelta che avete visto. Sono stata sbranata solo io perché così ho voluto e ringrazio Dio per avermi permesso di sdebitarmi perché ora sono totalmente libera, non mi perseguita più nessuno e posso, finalmente, volare verso l’infinito.

Una sorella”

da Sonia

“Tesoro mio, sono tua mamma Sonia che ti ringrazia per le preghiere. Sei stata una figlia meravigliosa, non pensare mai diversamente! Quando siamo sulla terra siamo legati, in maniera inesorabile, ai costumi del tempo storico in cui si vive e non possiamo quindi valutare il grado di evoluzione spirituale senza renderci conto dell’importanza di questi costumi. Siamo state figlie della nostra epoca e quindi anche i nostri valori erano basati sulla società patriarcale in cui vivevamo! Non ti preoccupare di avermi ferito; la vita sulla terra è difficile e tutti ne siamo consapevoli. Che dirti? Va bene così. E ti voglio sempre bene. Anche papà sta bene ma deve risolvere delle sue cose in una colonia più lontana dalla mia e non so quando lo rivedrò. Anche io risolvo le mie cose se si può dire così: tante cose che sentivo dentro me erano state assorbite dalla materia densa ed ora mi ritrovo faccia a faccia con me stessa. Sono felice perché ora sono intera. Mi hai chiesto di Giorgio… continua a pregare per lui e appena posso ti darò altre notizie. Ti voglio bene Anna mia,

Sonia”

da Fratello Cosimo

“Cari fratelli e sorelle, le cose sono come devono essere, come è necessario che siano per la vostra crescita spirituale, per indurvi a prendere consapevolezza di idee e concetti che magari conoscete anche a livello intellettuale ma che ancora non riuscite a fare vostri nel vostro intimo, in fondo ancora non li accettate veramente. Allora l’esperienza pratica della vita quotidiana serve anche a questo: a spingervi alla riflessione da una parte e a vivere direttamente in prima persona quanto studiato teoricamente per riuscire ad assimilarlo praticamente. Quello che vi succede nella vita quindi risponde perfettamente alla legge di azione e reazione, causa ed effetto proprio perché possiate da una parte spurgare i vostri errori e contemporaneamente farvi maturare. Quando quello che vi succede non è quello che vorreste è perché o le vostre aspettative sono illusorie e mal riposte o là dietro in un passato più o meno recente avete innescato quei meccanismi che portano alla situazione di oggi. La chiave per crescere sta nel non rifiutare la lezione che la vita ci offre anche se non è di nostro gradimento, ma di ascoltare i consigli che quelle esperienze dovrebbero far maturare. No, la vita non sbaglia mai nei suoi insegnamenti, anche quando sono duri e dolorosi, perché c’è amore in essi, l’amore del Padre che vuole risvegliare il nostro spirito, vuole esortarci a uscire dalla condizione di limitatezza e inferiorità in cui ci si trova per sviluppare l’infinito potenziale di purezze e amore che c’è in ciascuno. Quando imparerete a guardare la vita in questa ottica tutto cambierà per voi perché cambierà il modo in cui affrontate e reagite alle vicende della vita, per quanto dure e dolorose esse siano. Non partite dal presupposto che voi siete nel giusto e che la vita sbaglia con voi, partite dal presupposto, o meglio da una domanda: cosa sta cercando di insegnarmi la vita? Apritevi al cambiamento, non rifiutatelo perché ritardereste solo il vostro apprendimento e così facendo potete solo prolungare la vostra agonia e tormento. Che possiate tutti percepire l’infinito amore del Padre,

Fratello Cosimo”

da un ceco guarito

“Sono arrivato qui per caso. Non conosco nessuno eppure mi sento a casa. Vivevo a girovagare nel mondo alla ricerca di un motivo per vivere e credo di averlo trovato. Insegnare alle persone che si può essere felici anche se lontano dai loro cari diventerà la mia meta di vita. Infatti, perché soffrire? Non c’è un senso, soprattutto quando il mondo stesso grida un inno alla vita. Noi non moriamo! Tutto nel mondo è un invito all’amore e ci sono persone che nonostante una vita difficile ed impegnata si dedicano al prossimo e questo mi ha toccato profondamente. Ho ancora fede nell’umanità e d’ora in poi lavorerò per farvi felici. So che il Signore darà il Suo permesso dato che Lui ce lo accorda sempre se la richiesta arriva dal cuore! Un fiore, una sensazione, un profumo può diventare fontana della felicità. Suonate le campane l’amore è arrivato per rimanere in eterno.

Un cieco guarito”

da Giuseppe

“Mamma, qui ritorno per dirti che sto bene se si può dire così. Sbagliato mi sento. Forse avrei dovuto capirti o sentirti di più. E ben so che il tuo amore mi ha aiutato, quindi ti prego non sentirti in colpa. Credo che nemmeno io so spiegare gli svariati motivi che ritenevo validi per togliermi la vita. Una vita che secondo me si è accanita troppo contro di me. Non so come mettere a posto il casino che ho lasciato indietro. E mi sono suicidato anche per vergogna per la m. che ho combinato. Sì, ho lasciato un sacco di debiti perché non mi ritenevo degno abbastanza per saldarli. Sono ancora confuso ma so che mi andrà meglio. Perdonatemi! Ho ancora tanto da dirvi ma il mio tempo è finito, ti voglio bene,

Giuseppe”