da Melissa

Mamma, sono stanca di lottare, ho fatto di tutto ma non sto riuscendo. Non so quanto tempo mi resta ancora né quanto ci vorrà per riacquisire il controllo totale delle mie memorie. Ti sento, so quando piangi, vorrei che mi tenessi la mano nella mia il più che puoi perché voglio tornare a casa con il ricordo di questo amore così immenso e speciale per me. Sono debole ma dentro me lottavo con tutte le mie forze. Ora mi lascerò andare…nella mia prossima crisi lasciami andare. Ti amo e ti prego di non dimenticarti di me. Sarò il vostro angelo e mi prenderò cura di ognuno di voi. Grazie per la grazia e l’onore di avermi ricevuto come figlia. Non piangere per me, ma sii felice perché ho vinto io.

Tua Melissa

da Salerno

Non sono del tutto sicuro se questo messaggio arriverà al destinatario ma voglio chiarire che non ho nulla contro nessuno. Durante la Pandemia sono stato uno che ha deriso di tutte le precauzioni. Ho trovato assurdo tutte le misure create a tavolino e non sopportavo vedere chi indossava la mascherina. E per chi pensa che scriverò di essere morto di Covid mi spiace ma non è così. Oggigiorno c’è un vien vai di notizie su cose che vengono dette e non dette ma dove ognuno di voi crede di sapere il perché. Ma credere l’origine di tale scempio non vuol dire che sia corretto. Ebbene, cari miei, vi dirò che origine di tante dipartite non è legato al vaccino ma all’intenso uso delle sigarette che fumate come se fosse un mare di delizie. Questo mostro che amate così tanto sta uccidendo chi li fuma e chi vi è accanto. Controllate. Fatte una ricerca e vedrete che tutti ste morti dei giovani è collegato a delle sigarette elettroniche nel loro ambiente. Ma forse non siete ancora preparati per sentire questa verità così scomoda e sapete perché? Perché vi tocca nel vostro intimo, nelle vostre abitudini e nei vostri vizi impossibili di allontanarvi da soli. Quindi meglio incolpare un qualcosa che non ha nulla a che fare con voi… Mi dispiace dirvi, ma finché non prendete una ferma attitudine di smettere con quella cosa le morti aumenteranno sempre di più ma siccome lo stato guadagna e voi pure…cosa sono i giovani per questo sistema? Povera umanità.

Salerno

da Bahuan

Non è necessario dire il mio nome per raccontare la mia storia. Come tutti voi anche io sono stato in un corpo di carne malato e consunto. Ho avuto addirittura malattia che manco conoscete il nome eppure son riuscito ad andare avanti e silenziare il mio dolore. Ma non perché sia migliore di voi ma perché non avevo voce. Povero, figlio di immigrati senza un euro in tasca cosa avrebbe potuto chiedere di essere ascoltato? Eppure, vi lamentate di cose che non stanno né in cielo né in terra. Parlate di amore come se fosse scontato essere amati ma donarlo è per voi poco importante. Vi lamentate dei vostri colleghi di lavoro ma non vi soffermate nella grazia di avere un lavoro degno che vi porta a casa il pane ogni fine mese. Vi lamentate dei vostri dolori avendo, a portata di mano, delle medicine che vi guariscono o vi portano sollievo. Vi lamentate dei parenti ma almeno li avete vicino, vi lamentate della gente che vi chiede una opportunità negata o nemmeno esistente nel loro paese mentre di bocca piena puntate il dito a quei poveri disgraziati che vogliono solo una possibilità avuta dai vostri stessi avi quando emigrati dal vostro bel paese. E vi lamentate perché non andate subito in paradiso, perché il vostro vicino ha la macchina bella, perché l’attrice guadagna una barca di soldi o perché in tv sono stra pagati. Ma vi siete guardati dentro? Non vi vergognate della vostra pochezza di spirito? Voi potete fare qualcosa mentre io non potevo fare nulla! Siete benedetti anche se avete perso un figlio. Mia madre ne ha persi sei in una botta sola e quando osa piangere per strada si sente ancora dire da tanti di tornare al suo paese. Come se uno lasciasse la propria casa, le proprie radici, la propria gente per andare da un posto dove vanno derisi, umiliati, e costretti a fare cose che non ho nemmeno il coraggio di scrivere su questo foglio. Sono qui per dirti che siete solo dei bambini con la pancia piena ed il cuore pieno di fiele. Fatte di ogni erba un faccio ma non pensate di essere visti così. Non ho nessun consiglio da darvi perché non sono nessuno, ma posso chiedervi di vergognarvi dall’alto della vostra panza e guardare il mondo con gli occhi più amorevoli e meno giudicanti. Se volete proprio paragonarvi a qualcuno fattelo con chi ha meno di voi e magari, solo magari, riuscirete a capire cosa intendeva il vostro Cristo quando è nato povero e vi amava lo stesso.

Bahuan

da Mati Tedde

Vorrei anch’io dire la mia prima di andare. Non mi aspettavo questo trapasso. Non ero pronta. Si, sapevo della possibilità di morire ma come membro attivo del nostro gruppo non pensavo di morire così. Non sono confusa, Sanndy. Sono triste. È stato tutto troppo vero e lasciare la mia famiglia così, senza un saluto mi ha fatto male. Mio figlio non so se mi crederà ma vorrei che il mio messaggio arrivasse anche a lui. È vero, la morte non esiste, ma la consapevolezza di essere vivi non mitiga il dolore del trapasso così in anticipo. Non mi siete venuti in mente, cari miei. Non credevo di essere morta e che il mondo dopo la morte fosse così vero, così reale come sulla Terra. Sono io, le mie rughe, il mio corpo pesantuccio, le mie memorie… sono io in un posto diverso. Sono io in uno stato diverso ma sono io. Mi guardo attorno e non mi sembra vero di vedere il mondo normale. Ci sono alberi, c’è la terra, ci sono pure gli uccelli che cantano. Ho sete, ho fame, ho sonno… non vedo nulla di diverso da qui. Non ho visto fratello Ambrogio, né nessuno caro che sia venuti a trovarmi. Non riesco a muovermi da qui. Perché, Sanndy? Sono credente, prego, chiamo Gesù ma non riesco ad uscire da questo posto. Aiutami, amica mia. Vedo che scrivi ciò che dico ma non mi guardi nè mi vedi. Sono sbagliata io? Ho dimenticato qualcosa.

[Lo spirito diventa troppo agitato e non riesce più a scrivere, a questo punto viene canalizzato da Sanndy]

Stefano: amica mia…

M: ma che succede Stefano? Dove ho sbagliato?

S: non hai sbagliato

M: pensavo che dopo aver mandato il messaggio avessi visto fratello Ambrogio, ma c’è o non c’è fratello Ambrogio?

S: C’è, ma vedi non è così facile, perché appena trapassati rimaniamo ancora legati a tutti i nostri aspetti terreni, la nostra mente è ancora legata ai condizionamenti del corpo, vedi la fama, il sonno, la sete, e quindi la mente non è pronta ad accettare la nuova condizione

M: anche se il mio cuore è pronto ad accettare?

S: sì, può fare fatica la mente

M: come posso fare

S: con calma, bisogna avere pazienza, cercare di vedere oltre la nostra esperienza terrena, adesso sei qui con noi, piano piano guardati attorno

M: la Casa di Dio

S: piano piano comincia a guardare oltre le apparenze,  cose diverse rispetto a quelle della terra

M: che bello che è

S: vedi se guardi bene attorno a noi non siamo soli, ci sono degli altri, solo che sono figure flebili, sembrano quasi dei fantasmi quasi invisibili, nelle ombre qualcosa che si muove, guarda bene

M: è vero…

S: guarda oltre la realtà fisica, perché è un abitudine, noi siamo abituati a guardare e riconoscere la realtà fisica ma non quella spirituale

M: ohhhhhhh

S: dobbiamo imparare a guardare il mondo spirituale, aprire la mente

M: Fratello Ambrogio!!!!!!!! [ si abbracciano] Guardalo, guardalo! Che bello! È lui!!!

S: molte volte è la paura che ci blocca

da Luca

Stefano: Luca mi senti? Mi senti ? sì, mi senti, lo vedo. Fingere di non sentire, fingere di non vedere….

Luca: lasciatemi qui

S: amico mio, non puoi cambiare la realtà di quello che è successo, tu sai già quello che è successo. Luca, ascoltami, capisco il tuo dolore, siamo qui apposta per cercare di aiutarti

L: vedo Gesù, sono morto vero? [piangendo]

S: amico mio, hai lasciato il tuo corpo fisico sì, ma sei ancora vivo, vedi che sei qui con noi? Sei vivo! Hai solo lascito il tuo corpo fisico ma ci sei ancora, noi siamo qui per aiutarti, per permetterti di lasciare un messaggio per i tuoi cari, non vuoi dire loro qualcosa?

L: devo andare via?

S: non è che devi andare via, è che non serve rimanere lì, fermo, bloccato in quella situazione, ormai quello che è stato è stato non si può tornare indietro, possiamo solo andare avanti e noi vogliamo aiutarti ad andare avanti

L: non posso rimanere qui in un angolino? Sto fermo! Sto fermo!

S: amico mio, se stai fermo lì cosa combia, cosa risolvi? Non cambia nulla, non è più il momento di rimanere fermo, è già tanto tempo che sei lì fermo, andiamo avanti! Andiamo avanti!

L: posso dire una cosa?

S: certo, siamo qui apposta

L: alla mia ragazza, non volevo farla soffrire, spero che il suo dolore sia minore del mio, allora dico: non volevo andare via, mi sento uno stupido, un idiota, io penso che quando siamo giovani non pensiamo veramente su quello che facciamo, ho capito qui dentro casa guardando tutti i miei il dolore della mia famiglia, che anche io potevo morire. Pensiamo noi che siamo di ferro, non ce ne frega niente, prendiamo la macchina, facciamo di quegli scontri, pensiamo di essere invincibili come nei giochi, c’è un game over e si ricomincia da capo. Ma non è così, quando la vita finisce non si può ricominciare da capo. Mamma, dì ai miei amici di stare attenti, le curve sono pericolose, io lo so. Basta, non ho più niente da dire

S: va bene così, più avanti quando starai meglio potrai tornare e parlare di più

Luca va con Fratello Ambrogio

da Leonardo

Il padre di Teresa, Leonardo che è sofferente viene portato da fratello Ambrogio per parlare con lui

Stefano: amico mio, senti la mia voce

L: sì, perché sono nel buio?

S: perché devi ancora comprendere dove sei, ascoltami con calma, siamo qui per aiutarti

L: sono diverso, impazzisco… [singhiozzando]

S: no, non sei impazzito, è un’esperienza per cui non eri pronto a capire cosa ti succedendo

L: è tutto buio….

S: non è tutto così buio, se ti fermi un attimo , guarda con calma intorno a te, vedrai una piccola luce, una fiammella, guarda quella fiammella, la vedi?

L: c’è qualcuno lì dietro!

S: calma, vedi che diventa sempre più forte

L: Ossignur!!!

S: ci sono amici qua con noi, non sei solo

L: ho bisogno di aiuto

S: siamo qui apposta per aiutarti, tutti noi, anche questi amici che sono qua

L: mi aiuterà? [piangendo]

S: sì, sono qui apposta per aiutarti, adesso che li vedi sono qui per aiutarti e portarti in un posto dove potrai stare meglio

L: è stata mia figlia a mandarvi, grazie grazie a lei, la ringrazio tanto. Diglielo che le voglio tanto bene e che la ringrazio tanto e che ho bisogno di riposare, non ce la faccio più, devo riposare

S: vai con loro per riposare

da Chiara

Sanndy: Fratello Ambrogio mi dice di andare nella valle a cercare Chiara, chiedo se la nostra Chiara, la figlia di Anna, può accompagnarmi a cercare questa ragazza. Si sta aprendo il tunnel, cammino, mi avvicino, seguo il cammino, questa volta l’ingresso della valle è in alto ma si è chiuso, dove vado? Ah ecco, lì. Non vedo un’uscita, è dentro la tomba ancora, devo entrare nonostante la mia claustrofobia, ok , mi devo ricordare di non essere io chiusa lì, la nostra Chiara è qui e mi da un passe. Perché qui è tutto chiuso ma è più grande di come dovrebbe essere?

Chiara Nostra: siamo nella dimensione astrale della tomba, quindi in un mondo plasmato da Chiara simile ma non uguale a quello fisico.

S: mi avvicino, Chiara, Chiara ascoltami, calmati, non devi usare il corpo, usa la tua mente

Chiara: il mio corpo è decomposto

S: lo so, non pensarci, usa la tua mente, calmati, Chiara, tu non sei chiusa lì, non sei chiusa in quel corpo marcio, calmati, ricordati di Gesù, ti ricordi di Gesù? Lui ti ascolta, Lui è qui con noi. Chiara amore mio, noi siamo qui perché tua mamma ci ha chiesto di cercarti, guarda questa ragazza accanto a me, lei si chiama Chiara come te.

C: non la vedo

S: lo so che non la vedi, ma ascoltami, fai attenzione alla mia voce quando farò un attimo di silenzio sentirai anche la voce di Chiara

C: vedo solo te

S: si, lo so. però guarda adesso Chiara ti parla, non è lontana da te, è vicino.

C: non sento

S: diremo il tuo nome insieme così la sentirai: Chiara, Chiara

C: ho sentito ma non la vedo ancora

S: non la vedi ancora perché hai troppa paura, perché ti senti chiusa lì dentro, ma se guardi con calma la vedrai…

C: vi manda mia mamma?

S: sì, ascoltaci, adesso ti prendo la mano e ti porto qui vicino a noi, uscirai, non sei chiusa lì dentro, vieni, prendi la mia mano

C: ma si disferà?

S: vieni, non si disfa, non ti preoccupare, vieni. Hai visto! Sì, non piangere.

C: sento il tuo cuore!

S: sì, lo so, adesso ti abbraccio forte e ascolta quello che ti dice Chiara

C.N. : Dio ti perdona, Dio ti perdona, senti tua mamma?

C: sì

C.N: adesso dormirai e ti porteremo fuori di qui, verrai con noi in un posto bellissimo dove ti sentirai bene

Viene portata via da Chiara e da Fratello Ambrogio

da Giuseppe

S: amico posso chiederti il tuo nome?

G: Clovis

S: benvenuto Clovis

G: non so perché sono qui

S: sei qui perché vogliamo aiutarti, parlare con te per poter capire e esserti di aiuto

G: non ho bisogno

S: vuoi raccontarmi qualcosa di te Clovis? Siamo qui per parlare, se vuoi dire qualcosa per alleggerire il tuo cuore

G: guarda, dirò subito che non ci credo a tutto questo, mi state tirando scemo, mentite per me, mento per voi

S: Clovis in cosa stiamo mentendo per te?

G: una pagliacciata, tutto questo è una pagliacciata

S: in che senso?

G: insistete che sono morto, ma che dite? Perché insistete? Non mi piace!

S: perché sei vivo

G: appunto!!!!

S: sei vivo, assolutamente, non c’è dubbio.

G: allora smettete con questo gioco

S: ma non è un gioco

G: voglio andarmene adesso

S: no, aspetta ancora un momento, siamo d’accordo sul fatto che sei vivo, assolutamente, ma vedi ci sono tanti modi diversi di essere vivo

G: no, no

S: eh sì, ascolta tu ti ricordi della chiesa, che si parla dell’anima? Non ti ricordi, non hai mai frequentato la chiesa?

G: forse

S: diciamo qualche volta senza troppa convinzione?

G: diciamo che non mi interessava. MA devo proprio?

S: ti chiedo solo cinque minuti del tuo tempo, tanto cosa hai da fare di urgente? L’essere umano è composto da due parti, c’è il fisico….

G: bla, bla , bla

S: allora mettiamola così, tu dici di essere vivo, e lo sei, giusto? Solo che lo sei in una forma diversa

G: sono un rospo ahahah

S: no, sei sempre un essere umano

G: sono un rospo, cra , cra

S: ahah, no vedi non riesci a essere davvero un rospo, oddio volendo potresti assumerne la forma e questa è la prova che sei vivo in una forma diversa.  Pensa a una cosa, è tanto tempo che noti questa differenza del tuo modo di essere, perché concordi con me che c’è stato un prima e un dopo? No? Non c’è stato nessun cambiamento? E da quando le cose hanno cominciato a essere strane, diciamo così, perché c’è stato un momento che improvvisamente le cose hanno cominciato a essere strane, chissà come è che le persone non mi riconoscono, non parlano con me…

G: allora forse quando sono andato via…. Dovevo andare da……

S: dovevi andare da qualche parte e le cose all’improvviso sono cambiate

G: eh

S: ripercorriamo insieme questo percorso, tu dovevi andare e dimmi andavi in macchina? C’erano le macchine? Andavi a cavallo? Andavi a piedi?

G: penso col treno….

S: amico…. Cosa è successo? Vedi che sei ancora vivo, amico mio… non disperarti…. [una grande espressione di dolore sul suo volto] sei vivo, vedi, sei qui con noi che chiaccheri

G: oh Signore, mia mamma….

S: è li tua mamma? Cosa è successo a tua mamma?

G: non lo sa, o lo sa? Mi fa male la testa, non capisco più niente

S: mi scuso con lei, il mio nome non è Clovis. Non so neanche quale sia… forse….

S: amico mio, il tuo nome non è così importante in questo momento, ascoltami, capisco che per te questo è un momento molto difficile

G: cosa faccio adesso?

S: ascolta, guarda qui intorno, vedi che c’è questo frate, ci sono altri amici, siamo tutti qui per aiutarti, ciascuno di noi in un modo diverso

G: che faccio?

S: vai con loro

G: dove?

S: in un ospedale , dove ti verrà spiegato che cosa fare, piano piano imparerai, conoscerai, ma intanto amico mio ascoltami [visibilmente sconvolto e sofferente]

G: mi ricordo, mi faceva male il petto…

S: hai avuto un infarto

G: sì, un infarto, mi chiamo Giuseppe, oh

S: adesso hai bisogno di riposare, per te questa notizia è molto forte, ascolta adesso non hai più un corpo fisico, il tuo corpo non ha più necessità di soffrire, adesso stai bene, ricordati come stavi due minuti fa, ti ricordi che non sentivi nessun dolore? Non c’è necessità del dolore, il dolore lo hai lasciato alle tue spalle, adesso sei qui con questi amici che stai bene…

G: non ci posso credere….

S: sì amico mio

G: morto

S: sei vivo, solo il tuo corpo ha smesso di funzionare, ma tu sei vivo, tu non sei il tuo corpo. Giuseppe vedi che sei vivo, guarda questi altri amici che sono vivi come te e come stanno bene, calma…

Giuseppe sviene sotto shock e viene portato in un posto di soccorso da Fratello Ambrogio

da uno spirito

X: Tocca a me, io, io. Sì, allora voglio mandare un messaggio.

Voglio dire a mia mamma che è inutile che lei continui. È inutile che lei continui a chiamarmi, inutile che lei continui a cercarmi dove non ci sono.

È ora che capisca che non ci sono. Che ormai chi sono stata non è più importante. Non ho avuto una vita una vita facile sulla terra. Ho percorso la strada sbagliata. Mi sono lasciata prendere dagli eccessi per la facilità che trovavo. Ho capito di aver ferito tante persone. Di alla mamma che il mio anello è la prova che non ci sono più. Forse così capisce

S: posso chiederti il tuo nome?

X: Sì, Sono X.

S: Vedi X. per un genitore è difficile accettare la partenza di un figlio. Vedi, in questo momento tu hai preso consapevolezza di aver commesso degli errori, che ti sei persa nel tuo cammino sulla terra. Ti dispiace per il dolore che hai causato. E questo ti rende merito, tu hai capito. Vedi mia cara un modo tutto ora hai per ripagare questo debito che hai, che senti di avere, perché tu sai di averlo. Che tu stessa ti senti portarlo sulle spalle, vedi un modo che hai per poterti alleggerire: Guarda tua madre in questo modo, ogni volta che lei ti cerca che ti implora, alleggerisce il tuo debito sii misericordiosa con lei, comprendila.

X: lei mi ricerca dove non ci sono.

S: Perché lei fatica ad accettare, non riesce ancora ad accettare  

X: lei ha bisogno di sapere, non ha capito, era proprio quello che diceva

S: Ma vedi, a volte ci vuole tempo

X: Ho detto tante cose. Mi pento tanto tanto profondamente. Ho distrutto tutto. Non c’è più niente.

S: Non è vero che non c’è più niente, hai la possibilità ancora di sistemare che quello che si è rotto. Non è perso tutto. Sarebbe perso, tutto se tu non esistessi più, ma tu ci sei, ci sei.

X: Non più nel vivo.

S: Ma potrai esserlo un giorno, hai gli strumenti per poter piano piano sistemare.

X: vorrei solo che lei lo sapesse

S: Vedi lo so, lo so, lo capisco, ma vedi tu hai capito subito di aver sbagliato, no?

X: no, ho sofferto per molto tempo

S: hai avuto bisogno di tanto tempo, tua madre ha ancora bisogno di tempo.

X: sono passati anni…

S: Son passati anni, Eh, ma è difficile, è difficile, sono passati anni, ma cosa sono pochi anni per l’esistenza dello spirito? Tu adesso sai che sei immortale, sai che ci sei ancora

X: lei ha un’immagine di me che non esiste, lei mi crede una persona…

S:…diversa da quello che eri. Molte volte , vedi, è difficile per un genitore accettare, non vuole vedere quello che c’è davanti, così come adesso lei non vuole accettare che tu non ci sia più perché non vuole vedere quello che sei stata davvero, ha bisogno di tanto tempo, piano piano, gradualmente…

X: forse le dovrei dire dove è il mio corpo? [guarda di lato] No, non lo permette.

S: vedi a volte anche davanti al corpo, anche davanti all’evidenza più evidente tanti non accettano, adesso invece di disperarti, ascoltami, invece di disperarti adesso invece di lasciarti andare alla disperazione tu puoi essere utile per tua madre ritrovando il tuo equilibrio, conversando con questi amici che sono qui, loro ti possono aiutare…

X: sono stati loro a portarmi qui

S: ma vedi il fatto di venire qui è l’inizio di un cammino

X: dici che lei lo saprà? [si rivolge di lato] No, lei non lo saprà mai, anche se glielo dite voi

S: perché lei non vorrà accettare, un giorno capirà, un giorno accetterà, ha bisogno di più tempo, intanto tu preparati

X: diglielo almeno che mi perdoni

S: lo faremo, ma tu intanto…

X: non sono arrabbiata con lei…

S: lo sappiamo, non sei arrabbiata, sei dispiaciuta della sua sofferenza, è questo

X: ci siamo dette cose….

S: succede, vi siete dette cose molto brutte, succede tra genitori e figli

X: lei ha avuto la sua vita, ha avuto successo, bella, io niente. Niente. Non ho talento, non sapevo recitare…

S: ma non sono queste le cose importanti…

X: per me sì

S: noi non veniamo sulla terra per recitare o altro, quelli sono solo strumenti, sono mezzi, il nostro fine è crescere, amica mia, c’è un grande equivoco,  un grandissimo equivoco, tu non eri obbligata a competere con tua madre, dovevi fare la tua vita “nonostante” i tuoi genitori

X: volevo essere come lei

S: eh capisco

X: nessuno sa cosa è vivere così

S: ma ciascuno di noi è una persona diversa, noi non possiamo essere come qualcun altro, ciascuno di noi deve trovare la propria strada, io non sono te, tu non sei me, siamo diversi

X: ho distrutto la loro vita, forse in maniera incosciente, può essere, è questo che mi fa stare male, gliela volevo fare pagare, per la loro perfezione

S: perché la loro felicità non era la tua felicità, amica mia, ti ripeto, noi tutti nel corso della nostra esistenza commettiamo errori più o meno gravi, ci lasciamo andare agli aspetti meno belli del nostro essere, l’invidia, la gelosia, l’orgoglio, la vanità sono messi a dura prova qui sulla terra e molte volte falliamo, è doloroso il fallimento, è doloroso per noi stessi, è doloroso per chi ci è vicino ma vedi che la misericordia del Padre è così grande e immensa che anche davanti agli errori più grandi e più dolorosi sempre ci offre la possibilità di ricominciare, di ricostruire, di rimediare, di ripagare i torti che abbiamo commesso. È vero questa reincarnazione per te è finita, tu non avrai modo in questa reincarnazione di mettere a posto tutto

X: fagli avere il mio messaggio

S: noi ci proveremo, ma tu intanto fai la tua parte, vai con questi amici, parla con loro

X: dite del mio anello, mi piaceva, lei lo sa. Non ci sono più.

S: amica mia tu ci sei, sei qui

X: ditele che non ci sono più, almeno me lo deve questo

S: noi ci proveremo ma sai che ciascuno di noi ha il libero arbitrio, anche davanti all’evidenza più forte chi non vuol vedere non vede, nessuno di noi è obbligato a nulla, dobbiamo imparare anche questo, a rispettare il libero arbitrio degli altri, a rispettare gli altri anche quando sbagliano perché anche noi sbagliamo

X: diglielo che lo ho portato e che ci ho provato con tutte le mie forze, allora ero stupida forse…

S: l’importante è prendere consapevolezza dei propri errrori, tu adesso vedi con questi amici cosa puoi fare , ci sono tante cose, preparati per quando i tuoi torneranno nel mondo spirituale, avrete modo di incontrarvi, avrete modo di pensare a vite future, a reincarnazioni future, pensa, sii pronta, preparati per quando lei sarà pronta in modo da poterle offrire  un cammino, una visione

X: non troverà pace qui, vero? [sulla terra]

S: nessuno può dire con certezza quali saranno i comportamenti di ciascuno, magari potrà essere toccata nel profondo del suo cuore, per questo è importante quello che fai tu, adesso. Lasciarsi andare alla disperazione…

X: le  ho detto che mi vergognavo di lei, tante altre cose…

S: capisco, in questo momento dobbiamo prendere atto che quello che è stato è stato, quello che è stato fatto è stato fatto, oramai è inutile fissare ossessivamente il nostro passato, guardiamo avanti, prepariamoci a costruire un nuovo futuro. Il Padre questo ci offre, la possibilità di ricominciare, di ricostruire, sii forte…

X: parli come il frate

S: perché questa è la verità, tu adesso sei qui e ti disperi, non riesci ad essere utile veramente a tua mamma, vuoi essere utile? Vuoi che lei percepisca? Vuoi che lei ti veda? Devi riacquisire la tua calma, la tua serenità, preparati, c’è un percorso

X: dille di guardarsi allo specchio

S: tu però devi essere pronta per stare in quello specchio, devi essere pronta per poter parlare con lei con il tuo cuore

X: proverò

S: vai con loro, segui il cammino di luce, preparati per un giorno alleggerire la tua coscienza, fare pace, lei è una madre, lei ti ama, è vero in questo momento si è persa ma questo suo essere persa dimostra che ti ama, nonostante le  liti, nonostante quello che vi siete dette

X: davvero?

S: sicuramente, quindi sarà pronta a perdonarti, tu però devi essere pronta a chiedere perdono, pronta ad aprire il tuo cuore, preparati in questo tempo

X: dille che la amo

S: sicuramente, ma non perderti nella disperazione che non aiuta te, non aiuta lei, devi lottare

X: dille che la sua X non se ne va, indossavo un pantaloncino jeans con una giacca da motociclista da uomo

S: noi non possiamo controllare le reazione dell’altro, non possiamo decidere per conto dell’altro, ciascuno di noi decide per se stesso, tu hai il controllo pieno su te stessa è per questo che adesso invece di concentrarti molto su di lei devi concentrarti su te stessa, tu stessa per prima adesso hai bisogno di aiuto, ha i bisogno di ritrovare il tuo equilibrio…

X: è vero

S:… come può un malato curare un altro malato

X: dì a papà che io ci ho provato, lui lo sa che sono qui e dì alle ragazze di non fare quello che ho fatto io

S: eh purtroppo tutti noi ogni tanto ci lasciamo trascinare dalle nostre debolezze in questo mondo e commettiamo errori

X: che possano imparare da me

S: questo è importante

X: grazie, mi affido

[Va con Fratello Ambrogio]

da Riccardo

Ciao mamma sono io, finalmente riesco a scriverti perché è da un po’ che ci provo. Ho visto il ragazzo di prima e devo dire che sono contento perché ho accettato fin da subito, il mio essere andato via. Non mi dispiace essere qui, vivo in un bel posto e mi piace essere libero dei problemi che comportano l’essere in carne. No, non mi dispiace per niente ma ti devo dire che il tuo dolore alla mia dipartita è, forse, più difficile di accettare per me. Non voglio dire che non devi piangere, mamma, ci mancherebbe! So che il dolore è devastante perché avevi solo me, ma non ti fa onore perché sei sempre stata una guerriera e sono così fiero di te! Non voglio vederti più così devastata e per questo sono qui. Voglio farti sapere che il nonno è con me e mi dice che devo capire che il dolore di una madre che ha perso suo unico figlio non è paragonabile a nessun tipo di dolore, per peggiore che sia. E fin qui tutto bene, ma, mamma, io sono VIVO. Non c’è motivo di perdersi così tanto! Sono sempre accanto a te che ti amo sempre di più! Mi dispiace veder il tuo dolore e credimi che mi mancate tanto, anche se la distanza è impossibile fisicamente, i cuori non si separano. Non ho perso la mia voglia di vivere e per questo ti dico di non soffrire per me. Sai che ci sono, ricevi i segni che ti mando ed ora che cosa potrei farti per togliere questo dolore del tuo cuore? Mamma, credimi che ci rivedremo e così sarà! Nel frattempo vivi la tua vita, torna a sorridere come una volta. Ti prometto che ci sarò nel giorno della mamma. Tuo sempre,

Riccardo

da Giuseppe

Mamma Sandra, ma chi dici che son morto?? Ma và! Sono sempre tuo figlio Giuseppe che ti faceva un sacco di dispetti solo per vederti inca…ata! Ma che forte quando mi dicevi di ogni! Ahahah. Voglio però farti capire una cosa: non odio nessuno e neppure tu li devi odiare. Si, è omicidio colposo ma la mia ora era arrivata e se io non fossi stato investito sarei comunque rientrato alla casa del Padre. Non possiamo lottare contro la volontà del Padre che ci insegna a raccogliere esattamente ciò che abbiamo seminato. E vuoi sapere? Muoio felice perché avevo realizzato il sogno di diventare un medico, e ti confesso che se fossi rimasto sulla Terra avrei avuto paura di ripetere gli errori della mia vita precedente. Invece eccomi qui, libero del karma e pronto per ricominciare da zero ed essere felice. Ma non ti preoccupare, mamma Sonia, perché ti aspetterò quassù e torneremo insieme. Prima di partire voglio specializzarmi come scienziato e trovare il rimedio per la malattia più brutta che colpisce l’umanità: il cancro. Ma non venderò la mia anima per far si che le industrie farmaceutiche continuino a ricevere miliardi di euro con la stessa malattia. Fa schifo, lo so, ma il pianeta sta cambiando e chi non lotta per la vita non potrà rimanere sulla Terra. Ora vado, e ricordati del mio immenso amore per te.

Giuseppe

da Dida

Sono stata attratta dai vostri desideri di risposte. Non mi sono uccisa, nonostante aver avuto tanto desiderio. La depressione non è una malattia esotica che si prende solo se si va al mare. E’ una malattia reale, vera e crudele dato che causa una sorta di paralisi alla nostra volontà e rimaniamo inerme di fronte a questa ondata di attacco alla nostra voglia di vivere. Quella sera ero felice. Stranamente felice. Mi ero divertita tantissimo anche se verso la fine quel dolore spiacevole fosse tornato ad insinuarsi nella mia mente. E sono andata via ed il resto è storia. Mamma, papà, mi sono addormentata. Vi confesso che ero alticcia, avevo solo freddo e sonno. Quando mi sono svegliata dalle vostre urla mi sembrava di impazzire, non riuscivo a capire cosa succedeva. No, non mi sono suicidata, urlavo! Il tuo dolore, papà…la tua immensa tristezza mi faceva sanguinare il cuore. Mamma, non è vero, non mi sono uccisa, non lo avrei mai fatto!! Perché non credete a me? Mi sembrava un incubo…tutti ne parlavano ma nessuno voleva davvero ascoltarmi. Non dovete chiedere a nessuno di “silenziare per misericordia al dolore dei genitori”, no! Chi dice diversamente è perché mente! Non sapevo cosa fare, volevo rientrare dentro me ma non ci riuscivo, poi mi sono inginocchiata e mi ricordo che pregavo e piangevo disperata! Pian piano ho sentito una pace immensa che mi entrava nell’anima ed una voce che mi parlava piano. Era nonno Vincenzo! L’ho abbracciato piangendo, chiedendo di dirvi la verità e lui mi ha promesso che a tempo debito vi avrei potuto raccontare la mia verità. Voglio lasciarvi la mia pace e la certezza che sto bene e nella luce. Non soffrite troppo per me perché sono viva e sto bene. La tristezza e depressione che avevo sulla Terra era perché il mio spirito già intuiva che era ora di rientrare alla Casa del Padre e a livello conscio io non ne ero consapevole. Tutto è perfetto così come è e nessuno ha colpa. Papà, voglio rivedere il tuo sorriso mentre guardavi i miei occhi così belli per te. E tu, mamma…come descriverti il mio amore per te? Sei mia mamma,  amica, compagna… sono e sarò sempre parte di te. Salutami tutti a casa. Digli che sto bene e che nessuno muore per davvero finché vive nel cuore di chi li ama nonostante il dolore e la distanza.

Con amore, Dida.

da M.

Mamma, non è necessario andare oltre per trovare me. Ti avevo detto tante volte che le scelte devono essere rispettate. Non ho fatto quello che volevi tu e mi hai augurato tante cose brutte. Avevi ragione. Lui era proprio come tu avevi detto ma non avevi bisogno di augurarmi il peggio perché sposandolo avevo tracciato il mio destino. La colpa non fu tua, nonostante il tuo brutto augurio. Capisco che era la tua preoccupazione di madre che cercava di proteggermi e proteggerti dal dolore ma il dolore quando deve arrivare lo fa devastando tutto e tutti. Le scelte vanno rispettate, ma non ho scelto di morire. Ho scelto di credere in quell’amore anche se le premesse erano già brutte. Quando lui mi ha uccisa sono rimasta ancora parecchio tempo illusa dentro casa nostra. Credevo che fosse una sua punizione e chiedevo scusa al povero assassino come se io fossi ancora in vita. Poi la scoperta, il dolore, la tristezza e la consapevolezza che avevi ragione. Hai sempre avuto ragione, mamma, ma io non avevo capito. Le scelte vanno rispettate ma poi chi paga le conseguenze è colui che ha scelto male. Come me. Non piangere per me. Non ce l’ho con te, ti chiedo scusa per tutte le brutte cose che ti ho detto al telefono. Ero nervosa perché lui era lì vicino e temevo la sua reazione. Stai serena, ora cercherò la pace che non ho mai avuto. Avrei voluto che tu avessi sposato un uomo perbene, chissà sarei saltata questo ciclo vizioso…no, avrei fatto comunque. E’ ora di crescere e prendere atto dei miei errori ed essere responsabile per tutto ciò che faccio. Mamma…grazie. Grazie per tutte le volte che mi hai dato dalla pazza per sposare lui. Grazie per le tue sgridate quando mi vedevi gonfia dappertutto. Grazie per aver tentato farmi felice. Ti posso dire una cosa. Non cercarmi oltre perché sono dentro te, nel tuo cuore. Sono parte di te. E ricordati che la morte non esiste. Ho perso la testa, così come ho perso il fisico. Ma ora la mia testa è a posto ed un giorno il fisico mi verrà ridato. Non odiare lui. Non vale la pena. Ricordami sempre con amore e la consapevolezza che il tuo amore di madre ha fatto per me tutto il possibile. Ma la vita era mia. Così come la colpa di non avere seguito i tuoi consigli. Ti amo, mamma M.

da Davide

Se dobbiamo parlare di colpa voglio dirvi che la colpa è stata vostra perché non riuscite ad accettare ciò che per voi è “diverso”. Non ho voluto dire il motivo del mio suicidio, ma credo sia giunta l’ora di farvi sapere: ero gay. No, peggio: ero una ragazza dentro un corpo da ragazzo. Chiuso dentro me e facendo forza per sembrare essere come voi. La scuola, la ragazza, gli amici…sembravo normale come voi ma dentro piangevo. Non so quando sia successo ma mi innamorai di Giacomo e lui di me. Dovevamo nasconderci perché era tutto troppo difficile ma un giorno Chiara ci ha visti e si è uccisa. Non vi ho mai detto la verità. Pensano che l’ho salvata io ed era vero ma poi lei ce l’aveva fatta. Ho pensato che era tutto colpa mia, che ero una abominazione e che dovevo morire. E così fu. Lo sgomento. La perplessità, La sorpresa. Il dolore di Giacomo. Il dolore dei miei, del paesino. Durante il funerale la domanda era una sola: perché? Non entro in dettagli su ciò che mi successe dopo la morte ma vi racconto la disperazione di Giacomo. Il suo dolore ed il vizio che lo ha portato nell’abisso. E tutto perché eravamo “diversi” per voi. Sono qui per dirvi che siamo tutti figli di Dio e, durante le nostre vite, tutti voi avete vissuto il mio stesso inferno, ma è ora di cambiare, è ora di rispettare tutti, ma è ora che tutti gli omosessuali possano aver il diritto di rivelarsi per chi sono e vivere come desiderano. Non è importante cosa pensano di voi, ma cosa vivete voi nel vostro cuore e nella vostra vita. L’amore non è contenuto solo nel sesso, ma va oltre. Che il mio messaggio possa arrivare a chi non ha il coraggio di raccontarsi: fatelo per me, per Chiara e per Giacomo. Scegliete la verità e la bellezza di essere chi siete davvero. Addio

Davide

da Nando

Bruna cara, sto molto meglio ora. Ho sbagliato tantissimo e credo che non meritavi ciò che ho fatto. Pensavo che mi avresti creduto ma mi sono sbagliato. Cosa devo fare ora? Un profondo lavoro dentro di me e ti assicuro che gran parte del mio desiderio arriva da te. Non lasciare che ti tocchino chi ritieni importante. Ognuno ha la propria storia da raccontare e non va bene ascoltare solo una campana. Di elogi ne ho già fatti ma ora mi sento nel dovere di purificarmi per rinnovare la mia anima e ricominciare la mia storia. Ero insieme a te durante il percorso e ben so che tu mi hai sentito vicino.  E’ stato per me un divisore di acque. Ho pensato tramite i tuoi pensieri e finalmente ho capito chi sono e dove voglio andare. Voglio con tutto me stesso dimenticare i miei errori e ricominciare da capo ma questo sarà possibile solo tramite una nuova reincarnazione che già mi prospetto non facile dato il danno causato al mio perispirito dal tipo di morte che ho scelto. Ora che ho capito a cosa vado incontro mi sento più in pace con me stesso e cercherò di vincere la prossima battaglia. Ci vorrà ancora parecchio tempo ma so che ci riuscirò.  Una cosa non ti ho detto mai; tu sei la donna più bella e guerriera che io abbia mai visto. Nonostante il dolore tu percorri la via in salita che porta a Dio e non importa che tempo sia. Tu c’eri arrivata tempo fa, ancora nel tempo dell’Udine. Ora devo andare. Vi amo tutti, non dimenticare mai.

Nando

da Agata

Sono una suicida. Ecco, l’ho detto. E non posso chiedere scusa ed essere felice perché il danno che ho seminato è immenso e di questo non potrò redimire perché questa vita, per me, è andata. Ho provato a scusarmi in svariati modo la verità era solo una: non volevo vivere. Punto. I miei genitori erano persone bravissime, così come i miei amici e persino il mio fidanzato era stupendo. Ecco, non avevo motivo per non voler vivere, solo non volevo. E poi commisi il gesto. Di sofferenza ne ho trovato e lì si, ho capito cosa fosse DAVVERO il mio desiderio di morire. Prima non avevo motivo per morire e da morta poi avevo capito che il non poter morire sarebbe stata la mia condanna. Ma non è su questo che mi voglio soffermare, ma sul perché di quello mio desiderio di morte. Nelle ultime vite precedenti sono appartenuta alla nobiltà, una donna ricchissima che viveva per soddisfare tutti i suoi desideri carnali e no. Ho fatto di tutto, provato di tutto e non sapevo più cosa fare per rendermi “viva”, volevo solo sentire dentro me l’emozione per qualcosa. Sono morta annoiata e così fu per altre due vite. Si cari miei, lo spirito non cambia personalità e scelte dall’oggi a domani. Sono nata anche molto povera e non volevo lavorare perché il lavoro mi annoiava ed ancora una volta sono morta di noia. Ed eccomi ancora qui a rifare lo stesso errore ma ancora in modo più drastico: distruggendo il mio perispirito. Non ritorno più sulla Terra. Nella mia prossima vita reincarnerò in Kyron, un pianeta del nostro sistema solare che è ancora abbastanza primitivo. I Grandi dicono che difficilmente mi annoierò ma sono spaventata. Pregate per me.

Agata

da Riccardo

Come iniziare la mia storia? Non so scrivere, a malapena ho finito le medie e lavoravo come un mulo per mantenere i miei. Non so nemmeno se riuscirò a raccontarvi cosa mi è successo. Il nemico dell’uomo vi posso garantire che è lui stesso. Il Padre ci dà tutto il necessario per farci vivere con dignità ma sembra che l’uomo non conosca questa parola  altrimenti non sarebbe caduto così in basso. Lavoravo in un paesino piccolo della bassa ed i miei genitori erano brave persone anche se umili e non hanno mai smesso di darci dei buoni consigli ma il diavolo sembra vivere in agguato… Non ero un ragazzino molto amato, forse perché ero chiuso dentro me ma di fatto non avevo amici. Non mi piaceva star in giro ed ero sempre a casa. Quando ho iniziato a guadagnare dei soldi e se mi avanzava qualcosa, che era ben difficile, andavo al bar a prendere un bicchiere di birra. Non so perché ma i miei occhi hanno adocchiato le luci di una macchinetta e, per curiosità, mi sono avvicinato. Il proprietario del bar chi ha chiesto se volevo giocare e mi ha detto che mi avrebbe insegnato. Ho accettato l’invito e quella fu la mia rovina. All’inizio era solo per avere qualcosa da fare, poi qualche piccola vincita e la macchina diventò la mia migliore amica. No, ma che dico? Era diventata la mia nemica peggiore. All’inizio nessuno se ne accorse che a fine mese portavo sempre meno soldi a casa, finché ho smesso del tutto di aiutare a casa. I miei genitori erano preoccupati soprattutto perché non smettevo più di giocare; mi sentivo il padrone del mondo quando vincevo qualche migliaia di lire ma andavo nel baratro quando perdevo – che succedeva poi sempre più spesso. Da qui nasceva il mio vizio ed arrivare al fondo del pozzo fu in un attimo. Ormai bevevo e rubavo per mantenere il mio vizio e sono stato costretto ad andare in città dato che in paese nessuno si avvicinava più a me. Avevo bisogno di soldi e me ne sono andato senza guardarmi indietro. In città le cose non cambiarono, anzi! Mi sono inserito nella malavita e tra una cosa e l’altra sono stato costretto ad abbandonare mio il fisico da una coltellata in una via buia. Ad essere sincero non mi sono nemmeno accorto. Vivevo come in un limbo, andavo di bar in bar, di macchinetta a macchinetta, di un padrone ad altro. Un giorno, non so quando, qualcuno ha pregato per me. Era un suono così dolce e così intenso che mi sono sentito come se avessi appena vinto un gioco. Ma questa sensazione di benessere passò e non riuscivo a trovare la fontana di quell’acqua così dolce e piena. Stanco di soffrire chiamai qualcuno che avesse pietà di me e mi stendesse la mano. Sono stato ascoltato e portato in un posto di soccorso. Quando finalmente ho compreso bene tutto che mi era successo mi sono arrabbiato con me stesso. Si, perché nel mio progetto reincarnatorio io sarei stato felice, avrei potuto stare insieme a chi tanto amo ma che ho allontanato da me forse ancora per svariate vite. Non fate come me. Allontanatevi dai vizi; siano alcolici, sigarette, pornografia ecc. perché può rovinarvi la vita. Pregate il Padre che allontani da voi le tentazioni e andati avanti verso la luce. È questo il mio contributo da darvi. Scusatemi se non sono bravo ma vi ho raccontato col cuore.

Riccardo

da L.

Mamma, non sono morta nel sonno. Non è possibile. Ero già morta ancora prima di dormire. Anni prima di dormire. Mi sono persa, mamma. Il desiderio di fama e fortuna ha invaso il mio essere e le tue parole mi convincevano sempre di più che ce l’avrei fatta. Quante notti senza dormire provando abiti, costumi, come comportarmi, quali versetti avrei fatto e a chi dovrei guardare con occhioni grandi e famelici. Mi hai aiutata tu, mamma. Ti ricordi? Sei stata quasi scelta come velina ma non hai accettato che l’altra vincesse perché andata a letto con uno importante. E ti sei promessa che ce l’avresti fatta, ma diversamente. Ma sono nata io e i tuoi progetti li hai dovuti buttare. Ma un giorno mi hai vista davvero. E mi hai guardata anche tu con occhi famelici. E hai deciso che avresti vissuto il tuo sogno tramite me. Ma non mi hai chiesto se era ciò che volevo. Non importava. Tu oramai eri io. E hai cominciato a scrivermi in svariati provini, mi hai fatto conoscere vecchi e vecchie disgustosi pur di farmi arrivare lì, nel posto che io so che è l’inferno. Mi davi via mamma, come se io non valesse niente, ma forse per te era proprio così. Finalmente hai conosciuto uno che ti ha presentato alla grande conduttrice televisiva che voleva conoscermi. Io avevo appena compiuti 15 anni. E tu…tu mi hai vestita come una prostituta e mi hai mandata lì. Lei non era sola…c’era un gruppo di uomini potenti e disgustosi che mi hanno passato di mano in mano. Quando hanno finito con me ti hanno riempita di soldi, a me rimaneva solo il dolore di essere morta quella notte. La bella vita ti ha fatto bene, e volevi sempre  più al punto di fornirmi la droga sempre che dovevo andare dai signori potenti fuori e marci dentro e tu, mamma… sapevi quello che mi facevano… e tu guadagnavi tanti soldi proprio perché gli davi il permesso di fare tutto ciò che volevano con il mio corpo… e mi sono persa dentro, impazzì pur di non soffrire con tanta vergogna e marciume. No, non sono morta nel sonno della droga, mamma. La verità è che sei stata tu ad uccidermi mentre la droga è stata solo il modo di farlo. Ti odio, mamma. E non ti perdonerò mai. Sei qui in questo gruppo. Ti vedo. Ti sei pentita e cerchi il perdono di Dio. Ecco, Lui ti può perdonare. Io no.

L.

da Santino

Figlia mia, cosa non avrei dato per aver accesso alla conoscenza che hai oggi… So che non tutti sono pronti ad accedere al piano di sopra, sono sicuro che alcune scelte le avrei evitate. Non poter partecipare al tuo matrimonio è stato, forse, il mio più grande dolore. Penso che tutti i genitori credano che parteciperanno alle nozze dei propri figli e quando non è così un po’ di amaro in bocca rimane sempre. Non sono contro tuo marito, è un bravo ragazzo ma vorrei che tu fossi più realista e potessi vivere la tua vita senza rimpianto perché non ho potuto partecipare alla nuova tappa della tua vita di donna sposata. Cerca di accettare l’ovvio: non ritornerò sulla terra, almeno non per un po’ di tempo quindi fai pace con l’anima tua e vivi serena. Sto bene, forse non come avrei voluto ma le scelte sbagliate hanno un prezzo salatissimo in questi piani…e le conseguenze ancora da più. Ti racconto però un segreto: non tutte le colonie ricevono anime pie, anche alcune città umbraline le ricevono e tutto questo per dirti che non sono in una Colonia, ma in una città libera chiamata Dionisio. Svariate anime vanno a Dionisio perché non sono ancora pronte per reincarnare rapidamente o non sopportano la disciplina esigita dai grandi. Il mio problema non è la disciplina in sé, ma il diritto di vivere dove e come voglio io. Magari mi chiamerai ribelle…ma non lo sono. Me ne accorgo di essere uno spirito troppo giovane per bramare il Paradiso senza aver vissuto veramente il mondo fisico e tutto ciò che proporziona, dolori inclusi. Mentre ti scrivo rifletto e vedo la mia vita esposta in qualche linea ma sono molto più di qualche righe. E chi è saggio capisce che non si può definire un uomo dalla sua lapide e questo messaggio davvero non mi definisce, ma ti spiega che la vita deve essere vissuta con tutta la tua anima e che sbagliare è importante per la nostra crescita. Non mi sono pentito di nulla, ma ripeto che alcune scelte avrei evitato per motivi personali e qui mi fermo. Lilly, amore mio…ti amo. Abbi pure la certezza che tuo pazzo papà è vivo con tutta la sua incongruenza, pazzia e voglia di vivere in eterno. E così sarà. Ma lasciami dirti una cosa: ti prometto che sarai felice e che nei momenti bui sarò con te.

Santino

da Frate Damiano

Non è bello iniziare qualcosa e poi non finirla. Di entusiasmi il cielo è pieno ma di brave persone che si diano da fare per diventare volontari del Cristo ce ne sono ben poche. Non vi sto sgridando, non sono nessuno per farlo, solo mi dispiace vedere che la volontà di evolvere aiutando il prossimo stia diminuendo sempre di più. Credete davvero che il Padre vi consigli di vivere nel “dolce far niente” solo perché avete perso un vostro caro o perché siete malati? Aprite gli occhi, fratelli e sorelle, perché il diavolo abita nei dettagli! Aiutiamo chi ha bisogno, non chi vuole viverci sulla vostra illusione! Ma non avete ancora capito che il cielo non vi fa pagare le benedizioni che vi manda?? Dove c’è scritto che gli angeli, arcangeli e serafini del Signore sono servi di chi li evoca a pagamento??? Perché vi fate sempre prendere in giro delle tenebre e dai loro ambiziosi succubi finti buonisti?? Non vi ha detto Gesù che le preghiere non sono in vendita? Non vi ha forse detto che i doni sono concessi agli uomini gratis e così nessuno deve farsi pagare per mettersi in contatto con la luce? Perché vi fate ingannare così dai truffatori che vi ridono dietro? Il vostro dolore è grande ma SOLO il PADRE vi può confortare. E Lui non chiede mai soldi, chiede solo che vi amate così come Lui vi ama. Non possiamo togliere il vostro libero arbitrio se proprio volete farvi spellare dal primo sensitivo da due soldi che si trovate in giro. E la tristezza è che siate voi stessi disposti a pagare per parlare con la vostra guida! Aprite gli occhi! L’energia non ha un prezzo perché è GRATIS! I vostri morti non pagano per parlare con voi e nemmeno voi dovete pagare per parlare con loro. Ovunque ci sia giro di denaro legato alla comunicazione spirituale siate pur sicuri che non è la luce che vi parla, e meno ancora i vostri cari. Sono spiriti oscuri che si divertono della vostra incuria, dalla vostra insistenza nel voler mettere un prezzo alla misericordia di Dio. Figlioli amati…quante volte ancora dovrò aprirvi gli occhi?? Aiutate chi soffre, usate i vostri soldi e le vostre offerte per qualsiasi cosa che sia amato da Dio e credetemi che il Padre abomina chi usa suo nome per fare commercio.

Da qui subito vi dico: ove pagate per una comunicazione spirituale il male vi sarà mostrato sui vostri corpi fisici e nella vostra vita. La protezione divina verrà tolta a chi vorrà pagare per avere la comunicazione con gli angeli o con i propri cari.

È ora di vedere, da voi stessi, cosa pagate per entrare nella vostra vita.

Frate Damiano